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Addio week end al mare

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La villa e le grotte di Nerone Di Deblu68 - Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3914185
Un tranquillo weekend al mare nella villetta che non c’è più, a causa della crisi. Ciascun componente della famigliola nel suo ruolo, ma soltanto fin quando vicende esterne lo consentono.

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“Amore sei sicura di aver preso tutto?”
Erano queste le ultime, solite parole che mio marito mi rivolgeva, mentre la famiglia si  preparava “all’imbarco” sull’auto, per recarsi nella villetta al mare, dove trascorrere in serenità un tranquillo week end.
Dopo una settimana di duro lavoro in ufficio, mi ero alzata alle sei (a.m.) per recarmi di corsa al mercato e caricarmi chili di frutta, verdura, uova, formaggi e carne, necessari al fabbisogno familiare settimanale e per i due giorni di vacanza. Di corsa ero tornata a casa e, dopo aver sistemato la spesa ed accantonato le vettovaglie da portare via, avevo svegliato la famiglia e preparato la colazione per tutti. Mentre si vestivano, mangiavano, sbadigliavano, borbottavano perché non trovavano gli abiti giusti, io mi affrettavo a rassettare la casa alla meglio per non trovare, al ritorno, letti sfatti e vestiti sparsi sul pavimento.
Ore 9.18 (mio marito era un pilota e a casa si usava calcolare esattamente anche i minuti), tutti davanti all’ascensore con pacchi, borse, asciugamani e lenzuola.
Ore 9.43 la fatidica domanda: “Amore sei sicura di aver preso tutto?”
“Credo di si”, era la mia solita risposta. “Comunque non andiamo nel deserto della Namibia, eventualmente se ho dimenticato qualcosa, lo possiamo sempre comprare in paese…”
Ora 9.51 l’auto si muoveva per andare a raggiungere la interminabile fila di vacanzieri che, come noi, avevano deciso di raggiungere il litorale per andarsi a rilassare.
Ore 12.34, cioè dopo più di due ore di “passo d’uomo”, ecco, finalmente il cancello della villetta. Il piccolo giardino era invaso dalle erbacce che coprivano persino il vialetto d’entrata, ma, sicuramente, mio marito era ben lieto di mettersi all’opera per fare un po’ di sana ginnastica.
Scaricata la merce, io, di corsa al piano di sopra, per dare aria alle stanze e mettere i materassi al sole poiché, inevitabilmente, odoravano di umidità e di chiuso.
Si erano fatte le 13.27 ed i bimbi avevano fame. Quindi, mentre tutti erano indaffarati in giardino, io subito ai fornelli. Ravioli al burro e salvia, fettine al limone ed insalatina rapida. Mezz’ora e tutti a tavola apparecchiata. Due chiacchiere, un po’ di racconti e, dopo il caffè, tutti di nuovo in giardino prima di andare a fare una passeggiata in spiaggia.
Non io naturalmente poiché, rassettata la cucina e spazzato il pavimento del soggiorno, dovevo salire a rifare i letti, spolverare e passare un po’ di straccio bagnato perché la polvere “la faceva da padrona”.
Erano le 18 circa quando avevo deciso di sedermi per raccogliere un po’ di energie. Purtroppo i bambini reclamavano la merenda. Quindi pane e nutella, pane e marmellata, un caffè per mio marito ed era l’imbrunire. Ora di rimettersi a pensare alla cena.
“Amore vado a comprare un prosecchino per festeggiare questo week end che non capita troppo spesso”.
Così era riecheggiata sotto al portichetto la voce della mia metà.
“Mi raccomando, tu pensa a qualcosa di buono per stasera!!” aveva aggiunto.
Prosecchino!?! Qualcosa di buono!?!” Io ero distrutta. Apparecchiando, tiro fuori il fagottino dell’ottimo prosciutto, salamino piccante e non, mozzarelline di bufala, melone fresco, funghi sott’olio, fagioli in scatola scaldati e conditi in insalata. Il tutto bagnato con il famoso prosecchino: una serata proprio degna di nota!!
In effetti tutti contenti e, mentre il mio stupendo marito si dondola in giardino fumando un “profumato cubano”, io, messi a letto i pargoli, riordinata alla meglio la cucina, mi arrampico – a mo’ di bradipo – per le scale, per “spalmarmi” sul materasso ancora tiepido.
DOMENICA:
Ore 8.30 doccia rapida, in silenzio per gustarmi un po’ d’aria fresca in santa pace, prima di preparare la colazione.
Ore 9.00 comincio a chiamare tutti a raccolta in cucina. Chi vuole i biscotti, chi le fette biscottate con la marmellata, oppure il cornetto. Pane tostato, uova sode… si comincia un nuovo giorno.
Ore 10.30 tutti fuori con le biciclette verso l’ambito arenile.
Io, naturalmente, approfitto per riordinare le stanze, ripiegare le lenzuola da portare a casa a lavare (non le lascio mai al mare), pulire il bagno (non troppo perché torneranno pieni di sabbia e dovrò rimetterci le mani) e rifare i bagagli.
Ore 11.48 cucina. Naturalmente qualcosa di buono perché siamo in vacanza e ce la dobbiamo proprio gustare. Quindi, fettuccine al sugo finto, pollo arrosto con le patate e macedonia di frutta.
Alle 12.40, mentre sto apparecchiando, ecco la tribù di ritorno. Litigando i bimbi salgono di sopra tutti “insabbiati”, lasciando scie stridule dietro di loro, che io dovrò pulire. Lavaggio. Cambio di abiti e… tutti a tavola. Pranzo, chiacchiere, caffè e… fatidica frase di mio marito: “Amore potresti essere rapida a riordinare, perché vorrei partire presto per via del traffico…”
Ore 15.22 “decollo” di ritorno verso la casa di città dove non vedo l’ora di arrivare per potermi riposare, dopo un così riposante fine settimana.
La crisi per fortuna ci ha colpiti: abbiamo dovuto vendere la villetta perché la compagnia aerea ha ridotto il personale e mio marito si è trovato pensionato suo malgrado.
Nella “disgrazia” non ho mai potuto manifestare la mia gioia per aver dovuto rinunciare a quei stupendi, rilassanti (per fortuna rari) fine settimana su quel litorale, che non ho avuto il piacere di vedere!!

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::autore_::di Luisanna Tuti::/autore_:: ::cck::1677::/cck::

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