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Un video diventato virale su Facebook loda la nostra penisola con dati inesatti o inventati. Ma non c’è bisogno di ricorrere a questi trucchetti per apprezzare quanto c’è di bello in Italia.
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Recentemente su Facebook è diventato virale un video pubblicato dalla pagina Eccellenza Italiana che decanta meraviglie e record della nostra penisola con dati sorprendenti: sullo sfondo di paesaggi suggestivi e accompagnati dalla musica di un’orchestra, ci viene ad esempio rivelato – senza che ovviamente vengano esplicitate le fonti – che «l’Italia è la prima nazione al mondo per biodiversità», che possiede una flora e una fauna più variegate e numerose di quelle di Brasile e Cina e che soprattutto detiene «il 70% del patrimonio artistico e umano». Ovviamente, niente di tutto questo è vero.
Il video, in realtà, riprende per filo e per segno il contenuto di un post che nel maggio 2015 superò le trentamila condivisioni su Facebook, e le cui falsità vennero presto smascherate sia dal noto sito web di fact-checking BUTAC – Bufale un tanto al chilo che dal blog Scienze Geologiche, che vanta ugualmente un numeroso seguito.
Nel post in questione – e nel video-copia di Eccellenza Italiana – si afferma che in Italia si contano «7.000 piante diverse». Si tratta però di una mezza verità, perché il dato si riferisce al numero complessivo di specie vegetali presenti nel nostro paese, tra autoctone e alloctone (cioè introdotte dall’estero): quelle originarie del nostro territorio sono infatti poco più di un migliaio (il 16%, come stimato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Si tratta comunque di un dato sorprendente, che fa dell’Italia forse la nazione con la più alta biodiversità vegetale d’Europa, ma siamo ben lontani dai numeri del Brasile, paese che ospita il maggior numero di specie vegetali al mondo (55.000, di cui circa 16.500 endemiche).
Parziale è anche il dato riferito alla fauna presente sul territorio italiano. Delle «58.000 specie di animali» di cui si parla (che resta comunque il numero più alto d’Europa, secondo l’ISPRA), il 98% è costituito da invertebrati; e delle 42.000 specie terrestri presenti in Italia, solo il 10% sono endemiche. Insomma, non è vero che in Italia ci sono più animali che in Cina: se includiamo nel conteggio anche gli invertebrati, il numero complessivo di specie animali presenti nel territorio del gigante d’Asia supera i tredici milioni e mezzo.
Di conseguenza, l’Italia non può certamente essere la «prima nazione al mondo per biodiversità», come invece viene affermato. Il primato spetta ancora una volta al Brasile: la sola Foresta amazzonica, del resto, ospita un decimo di tutte le specie viventi del pianeta. L’Italia inoltre non compare nella lista dei diciassette paesi megadiversi – cioè quelli più ricchi di biodiversità – stilata dalle Nazioni Unite, dove invece figurano Australia, Malesia, Papua Nuova Guinea e i già citati Brasile e Cina.
L’Italia non possiede «1.800 vitigni», come raccontano video e post, ma 200, esattamente come la Francia. E in Italia non si coltivano «997 varietà di mele»: il dato è puramente inventato, così come quello relativo al numero di varietà di mele nel mondo, che non sono «1.227» ma più di 7.500.
Non è assolutamente vero, infine, che l’Italia «possiede il 70% del patrimonio artistico e umano». Si tratta di una “bufala” antica, purtroppo molto diffusa e variamente declinata nelle percentuali: c’è chi dice 50%, chi 60%, chi addirittura si spinge fino al 90%. Con quarantasette siti culturali e quattro siti ambientali, l’Italia è sì il paese con il maggior numero di siti riconosciuti dall’UNESCO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura), ma basterebbe dare una rapida occhiata alla lista completa per rendersi conto di come quelle percentuali siano assurde: se l’Italia ha cinquantuno siti inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità, infatti, la Cina ne ha cinquanta, la Spagna quarantacinque e la Francia quarantadue.
Non c’è bisogno di ricorrere a numeri e a percentuali inventate per apprezzare quanto c’è di bello nel nostro paese. Anche la stampa internazionale, per quanto affronti l’Italia come un qualunque altro paese, con la sua complessità e – specie in questo particolare momento – i suoi problemi economici e politici, non dimentica di metterne in risalto, ad esempio, il suo legame con il cibo e la cucina. “Curiosità” sui suoi numerosi dialetti, poi, sembrano attirare molto l’attenzione dei lettori stranieri.
Un paio di mesi fa il New York Times ha pubblicato un articolo in cui si domandava se fosse proprio grazie anche alla dieta mediterranea – o meglio, ad una sua variante ultra-locale basata su una particolare varietà di rosmarino – se gli abitanti di Acciaroli, cittadina portuale in provincia di Salerno, vivevano così a lungo (novant’anni e oltre), godevano di ottima salute e mantenevano un «robusto appetito sessuale» nonostante l’avanzatissima età. Non sarà certo la ricetta per l’eterna gioventù, chiosava l’autore dell’articolo, ma la tipica alimentazione italiana può contribuire a fare la differenza.
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::autore_::di Marco Dell’Aguzzo::/autore_:: ::cck::1725::/cck::