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Il Graffitismo nasce sui treni di Filadelfia negli ultimi anni sessanta e si sviluppa a New York negli anni settanta fino a raggiungere una prima maturità stilistica a metà degli anni ottanta.
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Alcuni anni fa il Comune di Roma decise di mettere a disposizione di giovani writers le pareti di sottopassaggi o di palazzi, ormai fatiscenti, per farli decorare. Purtroppo questo progetto probabilmente è sparito nei cassetti di qualche burocrate comunale e, solo la volontà di alcuni Municipi, ha concesso alcuni spazi al graffitismo.
Restando in tema “Galateo”, da noi affrontato nel numero precedente, mi corre l’obbligo di sottolineare che spesso alcuni di questi “artisti” si presentano come veri vandali, girando per la città muniti di bombolette spray, imbrattando qualunque superficie pulita si trovino di fronte.
Per fortuna non tutti sono così. Infatti un giorno, in una città del Lazio, si doveva realizzare un programma TV, ma il Comune ci concesse una piazza dicendo che non c’erano soldi per poterla decorare. Era circondata da palazzi, uno dei quali aveva la parete grigia e senza finestre. Si decise allora di chiamare dei writers da tutta Italia, affinché, parcellizzando lo spazio, ciascuno dipingesse una parte a proprio piacimento. Ne venne fuori un capolavoro di creatività che il Direttore della Rete televisiva definì una delle più belle scenografie che avesse mai visto.
A questo proposito invitammo il critico d’arte Philippe Daverio che definì quei graffiti “Arte vera”. Certo non si possono chiamare “arte” le svastiche o le volgarità che spesso spiccano sui muri della città, ma in tutta onestà, sembra che il fenomeno sia un po’ ‘scemato’. Probabilmente anche per il costo delle bombolette!!
E’ comunque piacevole vedere i vagoni dei vecchi treni regionali, trascurati dalle istituzioni, decorati con disegni divertenti che ti sfrecciano davanti colorati, invitandoti ad osservare quei ghirigori che, per gli artisti, hanno sempre dei significati particolari: come tutte le forme d’arte naturalmente.
Mi è capitato di partecipare all’organizzazione di qualche mostra di graffiti e gli autori erano molto interessati a volermi spiegare la ragione di quella figura, di quel fiore messo in un certo punto etc… etc… Non parliamo poi delle firme. Tutti i ragazzi hanno un soprannome, ma, devo dire, che si riconoscono tra loro anche se i disegni non fossero firmati, poiché ne individuano immediatamente la tecnica e lo stile. E’ molto piacevole vedere questi giovani intenti a raffigurare immagini e ritratti quando si sentono considerati attori di qualcosa che comunque è apprezzato e valorizzato da una società, normalmente distratta e indifferente, se non addirittura molto ostile, qualificando tutti allo stesso modo: writers = vandali!
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::autore_::di Luisanna Tuti::/autore_:: ::cck::1727::/cck::