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Il semestre invernale porta con sé i provvedimenti di limitazione della circolazione dei veicoli nelle maggiori città italiane, ma, secondo ISPRA, delle 95 città italiane esaminate ben 45 superano i livelli di pm10 consentito.
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Il blocco del traffico impone il divieto di circolazione nella fascia verde per migliaia di persone.
Durante il semestre invernale vengono attuati provvedimenti di limitazione della circolazione per alcuni veicoli e ciò, insieme ad altri ordinamenti, serve a favorire la riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera. Dati allarmanti provengono dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la quale ritiene che le polveri sottili siano responsabili della morte di 2 milioni di persone nel mondo e soltanto in Europa i casi di decesso legati all’inquinamento sfiora la soglia delle 400.000.
Ma cosa sono le polveri sottili di cui tanto si sente parlare?
Queste, sono un insieme di sostanze inquinanti formate da fumo, polveri ed altre sostanze; hanno la capacità di penetrare nell’apparato respiratorio provocando alla lunga ingenti danni.
La loro pericolosità è difatti inversamente proporzionale alle loro estensioni, più le loro dimensioni sono ridotte e più potranno addentrarsi a fondo.
Le polveri sottili vengono denominate con l’acronimo Pm10, Particulate Matter o anche materia particolata, dove “10” indica il diametro uguale o inferiore ai 10 millesimi di millimetro.
Anche se si è riscontrato che le automobili diesel dei giorni nostri, le Euro 6, rispetto alle Euro 1 del 1993, hanno diminuito il tasso di produzione delle polveri fini del 97%, la situazione è nettamente peggiorata. Difatti ciò che incrementa il livello di pm10 nell’aria che respiriamo non è solo derivante dalla combustione prodotta dai veicoli circolanti ma anche dall’usura dei pneumatici, dei freni e anche dell’asfalto; a questi devono essere aggiunti gli impianti di riscaldamento, le attività industriali che adoperano il processo di combustione, le centrali termoelettriche ed infine gli inceneritori.
Il blocco del traffico è una delle misure principali attuate dai comuni per far rientrare i livello di polveri nella norma; vi sono due tipologie di divieto: quello temporaneo, indetto per al massimo due giorni, e quello permanente che riguarda la chiusura totale alla circolazione della città. Nel primo caso si parla di una manovra sporadica ed una delle tecniche utilizzate per riequilibrare i valori di inquinamento è quella delle targhe alterne, mentre per quanto riguarda la seconda tipologia di blocco coinvolge un’intera area, la zona verde, e ne limita l’accesso ai veicoli a motore.
A Roma, ricorda Coldiretti che per ogni abitante sono disponibili solo 15,9 metri quadrati di verde indi si rende necessario il blocco del traffico che è scattato per volere del sindaco Raggi e fa parte del piano approvato con la delibera n.76 del 28 ottobre 2016. Le vetture diesel Euro 3, 4, 5 hanno riscontrato lo stop alla circolazione dalle ore 7:30 fino alle 10:30 e nella fascia oraria pomeridiana che va dalle 16:30 fino alle 20:30; i possessori di autoveicoli a benzina Euro2 hanno assistito al blocco totale, dalle 7:30 alle 20:30.
A Milano si è proseguito con lo stesso iter romano, bloccando il traffico alle auto più inquinanti, ma nonostante la domenica ecologica e i quattro giorni di blocco delle automobili, i valori delle polveri sottili restano elevati. Ciò ha portato il comune a protrarre il divieto finché non si raggiungeranno per due giorni consecutivi i limiti di pm10 di 50 μg/m³.
I dati sull’inquinamento dell’aria pubblicati dall’ISPRA, nel suo ultimo rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano, non sono rassicuranti relativi all’annata 2015. Viene riportato che delle 95 città italiane esaminate ben 45 superano i livelli di pm10 consentito. Questo è un segnale preoccupante sull’inefficacia delle misure anti-smog adottate dai Comuni ma attendiamo i prossimi studi con la speranza che gli sforzi e i sacrifici dei cittadini non siano stati poi così vani.
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::autore_::di Miriam Gambella::/autore_:: ::cck::1748::/cck::