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L’era di Donald Trump, personaggio eccentrico, è cominciata mentre sono ancora in corso indagini delicatissime su presunti tentativi di interferenza sulle elezioni da parte del Cremlino e prese di posizione del mondo della cultura.
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L’era di Donald Trump è cominciata.
Il 45esimo Presidente degli Stati Uniti d’America pronuncerà il 20 gennaio sulla scalinata di Capitol Building a Washington il giuramento d’insediamento di fronte al capo della Corte Suprema degli Stati Uniti John Roberts e da quel momento guiderà ufficialmente la più importante potenza planetaria per i prossimi quattro anni.
Un avvenimento storico vista l’eccentricità del personaggio che inaspettatamente ha vinto le elezioni presidenziali dello scorso novembre. Un outsider che ha già annunciato di stravolgere profondamente la politica statunitense sia per quanto riguarda il fronte interno sia dal punto di vista dei rapporti internazionali.
Un assaggio del nuovo corso si è già avuto negli ultimi giorni con l’apertura di una linea di credito con il Presidente russo Vladimir Putin, capovolgendo così vent’anni di politica estera americana che aveva fatto del leader di Mosca il principale nemico geopolitico.
Un riavvicinamento che secondo molti osservatori sarebbe figlio di un rapporto personale che avrebbe addirittura aiutato il tycoon di New York prima a vincere le primarie del partito repubblicano e poi ad aggiudicarsi la tornata presidenziale sulla candidata democratica Hillary Clinton. Sulla vicenda sono tuttora in corso indagini da parte delle agenzie di intelligence a stelle e strisce che stanno cercando di ricostruire l’effettivo portata delle intrusioni degli hacker russi ai danni dei server usati dal partito democratico. Indagini delicatissime che se porteranno a qualche risultato concreto rischiano di compromettere dall’inizio l’avventura di Trump alla Casa Bianca.
In attesa che la giustizia faccia il suo corso il neoeletto Presidente ha annunciato una riforma delle agenzie di sicurezza che mira ad accentrare nelle sue mani la gran parte dei poteri finora ripartiti tra le varie istituzioni del paese. Una rivoluzione che si annuncia tutt’altro che semplice per il nuovo leader americano.
Dal giorno della sua vittoria elettorale infatti in tutti gli Stati Uniti sono in corso manifestazioni e prese di posizione contro il magnate newyorkese. Dalla grande mela alla California sono migliaia le personalità scese in campo per esprimere pubblicamente il proprio dissenso rispetto agli atti e alle dichiarazioni di Trump, basti pensare che i principali big della musica e dell’entertainment non solo hanno disertato il tradizionale gala d’insediamento ma hanno annunciato iniziative a tutto campo per boicottare il nuovo leader di Washington.
Quel che è certo è che la Nazione è profondamente divisa e che lo stravolgimento di assetti istituzionali consolidati per anni rischia di far deflagrare una contestazione dagli esiti imprevedibili per gli Stati Uniti e per il resto del pianeta.
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::autore_::di Diego Grazioli::/autore_:: ::cck::1783::/cck::