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Le truppe del Senegal sono entrate in Gambia, obbligando le milizie di Jammeh a rimanere nelle caserme e consentendo così la transizione democratica. Il Gambia ora è un paese libero.
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Dopo 22 anni di dittatura il Gambia è tornato un paese libero. Sembra essere finalmente arrivata al dunque l’avventura di Yahya Jammeh, il sanguinario presidente che ha regnato incontrastato sul piccolo stato dell’Africa occidentale per oltre due decenni. Dopo pressioni internazionali Jammeh ha accettato di lasciare il potere ad Adama Barrow, il candidato del Partito Democratico Unito uscito vincitore delle elezioni svoltesi lo scorso dicembre. Un passaggio di consegne tutt’altro che semplice, che poteva trasformarsi in una vera guerra civile e che comunque ha lasciato un paese devastato, quasi un lager a cielo aperto.
Jammeh aveva fatto dello stato alla foce del fiume Gambia un territorio dominato dalle sue milizie personali che rispondevano esclusivamente ai suoi ordini senza alcun rispetto della democrazia e dei diritti dei suoi cittadini. Basti pensare che, solo in Italia, dei 13mila migranti sbarcati nel 2013 oltre 1200 erano provenienti dal Gambia nonostante il paese abbia meno di due milioni di abitanti.
Salito al potere nel 1994 dopo un colpo di stato ai danni del presidente Dawda Jawara, l’ex colonnello Jammeh ha nel corso degli anni trasformato il paese in una Repubblica Islamica tra le più conservatrici dell’Emisfero con la costruzione di decine di moschee e la proliferazione di centri di detenzione dove sono stati incarcerati coloro che non ottemperavano ai suoi ordini. Nel mirino di Jammeh sono finiti non solo i rappresentanti delle forze d’opposizione ma soprattutto i membri della comunità omosessuale additati ad untori di malattie e spesso seviziati con brutali torture. Tra gli sponsor dell’ex presidente c’è stata in particolare l’Arabia Saudita,desiderosa di esportare in Africa una visione dell’Islam conservatrice del tutto estranea al culto musulmano tollerante e innervato di tradizioni animistiche tipico di questa regione dell’Africa.
Gli ultimi giorni del tiranno sono stati particolarmente cruenti, con blitz intimidatori effettuati nelle zone del paese che avevano votato in maggioranza per Adama Barrow. Un atteggiamento che ha spinto l’Unione Africana e soprattutto l’Ecowas, la Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale, ad una presa di posizione fortemente contraria al proseguimento dell’avventura di Jammeh. Ma è stato lo sconfinamento dei militari del Senegal a segnare definitivamente la fine del dittatore. I soldati di Dakar sono entrati nel paese obbligando le milizie di Jammeh a rimanere nelle caserme consentendo così la transizione democratica. Decisiva anche la mediazione del Presidente della Guinea Conakry Alpha Conde’ che insieme al suo collega della Mauritania Mohamed Ould Abdel Aziz si è recato a Banjul offrendo a Jammeh un esilio dorato anche se al momento non è stato ancora reso noto il paese che ha dato ospitalità al tiranno.
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::autore_::di Diego Grazioli::/autore_:: ::cck::1799::/cck::