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Recanati. 1816-1817. Giacomo Leopardi cominciò a “narrare” con un inno e un’ode, misti di imitazione, traduzione e scrittura poetica originale.
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Recanati. 1816-1817. Giacomo Leopardi cominciò a “narrare” con un inno e un’ode, misti di imitazione, traduzione e scrittura poetica originale. Non aveva ancora nemmeno vent’anni, aveva studiato già troppo, realizzato favole o liriche e già pubblicato trattati orazioni saggi. A partire dalla primavera 1816 compose in casa alcuni testi, poi stampati a Milano l’anno dopo, presentati da una rivista letteraria come inni greci ritrovati in un fantomatico codice di un’ignota biblioteca romana. Era il suo modo di reinterpretare e rivitalizzare (già da filologo classico) il mondo antico nella modernità, con molteplici risvolti teorici e poetici, già sperimentando una propria scrittura lirica, pensieri e passioni. La ricercatrice Margherita Centenari (Parma, 1986) ha discusso in materia la tesi del proprio dottorato nel marzo 2015. Ci ha lavorato ancora e presenta ora gli scritti leopardiani “Inno a Nettuno, Odae adespotae” con una ricca introduzione critica, note e appendici colte.
v.c.
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