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Dopo la Guerra fredda, gli USA hanno voluto creare un “ordine globale” basato sui propri valori e sulla globalizzazione. Trump potrebbe ora mettervi fine.
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Con la fine della Seconda guerra mondiale gli Stati Uniti d’America sono emersi non soltanto come la potenza vincitrice, ma anche come quella intenzionata a creare un nuovo “ordine globale” basato sui propri valori. Di quell’ordine mondiale – ribattezzato Pax Americana –, gli Stati Uniti si presentavano come gli assoluti tutori.
Le Nazioni Unite permettono agli Stati Uniti di porre il suo veto su ogni risoluzione; la Banca mondiale utilizza il dollaro come valuta di riferimento; la NATO rispondeva al bisogno americano di offrire una risposta alla minaccia sovietica; l’inglese si impose come la lingua delle relazioni internazionali.
La prima fase della Pax Americana era basata sul multilateralismo e sulla cooperazione internazionale. Con Ronald Reagan e il crollo del muro di Berlino, la nuova parola d’ordine divenne “globalizzazione”.
L’esplosione del terrorismo islamista, la crisi finanziaria del 2008 e l’emergenza migranti in Medio Oriente hanno innescato una nuova fase. L’ascesa della Cina sta intaccando la supremazia statunitense.
Con Trump, infine, stiamo assistendo alla fine della Pax Americana e al ritorno di un’America isolazionista. Ma l’ideologia che ha permesso a Trump di venire eletto – la xenofobia e il nazionalismo esasperato – mal si concilia con l’idea di un ordine mondiale.
L’articolo completo di Roberto Savio, in inglese, può essere letto qui.
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::autore_::di Roberto Savio::/autore_:: ::cck::1871::/cck::