Caso Genova M5S, Secondo Repubblica la Cassimatis fa anche causa civile a Grillo e chiede la sospensiva per tornare in gara.
La narrazione che proviamo a condurre ogni settimana sull’attualità politica nazionale ci consente di rilevare alcuni spunti, alcune “novità” che possono aiutare a comprendere non tanto il sentire degli italiani che si esprimerà con il voto quando si arriverà alle politiche, quanto piuttosto l’armamentario, gli strumenti, le opinioni di leader e capi partito o movimento che cercano di interpretare e cosa assai più ardua rappresentare un paese ed un popolo ancora in un guado infinito tra un passato che non passa (e questo per molti versi non è bene) e un futuro che non comincia (e questo appare quanto meno inquietante mentre il mondo corre e muta radicalmente). Il tutto con un paese euroscettico in un’Europa divisa ma nella quale iniziano a delinearsi alcune linee di forza che costituiranno l’Unione di domani!
Scenari mondiali ed europei, peraltro, sembrano distanti anni luce dalla realtà del dibattito interno, dove stentano a consolidarsi posizioni, idee e programmi. Mutuando un personaggio politico complesso e a volte discutibile, magistralmente interpretato dal comico Crozza, potremmo dire che assistiamo all’affannarsi di “gentucola” priva di una visione complessiva o con una visione complessiva distorta.
Non esiste angolo politico, area di riferimento, che non presenti le caratteristiche di scollamento e di disomogeneità di una stagione senza direzione apparente. E’come se all’improvviso qualcuno avesse agitato il liquido in una bottiglia provocando il movimento delle bolle gassose in esso contenute.
Il post referendum istituzionale, con il suo risultato, ha provocato questa agitazione senza tuttavia indicare realmente una strada diversa o alternativa a quella proposta. Con il rischio di ricreare una calma piatta che sarebbe fatale per il paese. Intravvedere un qualche filo logico risulta ancora estremamente difficile.
Uno sguardo di insieme può aiutarci non a capire ma a delineare qualche elemento di comprensione. Cominciamo dal Pd, sinora primo partito ma nei sondaggi indicato dietro ai cinquestelle dopo la mini e infeconda scissione di vecchi d’apparato pci. In corso nel paese le votazioni per le primarie in vista del congresso nelle quali al momento appare in largo vantaggio l’ex premier Renzi con un solido 64 per cento rinforzato da sinistra dal ticket con il ministro Martina, seguito dal guardasigilli Orlando con il 29. Distanziato l’ex magistrato (tuttavia in servizio permanente effettivo) Emiliano con il restante 7 per cento. Una chiara indicazione di leadership? Sembrerebbe, anche se ad essa manca ancora la prova elettorale finale e mentre l’opposizione interna e quella esterna provano ad ipotecare il dato conclusivo inquinando spesso il gioco. Ne ha dato magistralmente atto il governatore della Toscana, Rossi, scissionista ma lucido, richiamando alla necessità di agire per il paese e non per far fuori Renzi ovunque e dovunque, definendo di destra ed inquietanti i seguaci di Grillo. Singolare il comportamento degli scissionisti ed in particolare di Bersani e d’Alema. Il primo appare ormai ossessionato dai 5Stelle tanto da immaginare ancora flirt o dialoghi, non pago della pessima figura con pessimo risultato elettorale che lo hanno visto protagonista. D’Alema a sua volta immagina per sé un ruolo da “migliore” degli scissionisti senza aver più né seguito né carisma, ma solo grande auto considerazione.
Sul fronte Cinquestelle, si assiste al solito richiamo della foresta del guru: Noi andiamo da soli, nessun inciucio, nessun accordo, siamo i primi, siamo i soli, siamo i più adatti a governare il paese. Solo che non esiste alcun programma comprensibile per esso paese ma solo discordanti esempi di governo locale e per di più Grillo, deresponsabilizzatosi da solo dal suo stesso sito, ha ripreso alla grande la sua funzione di guru, di deus ex machina, di sola fonte della certificazione pentastellata doc. Come dimostra il caso Cassimatis a Genova, il solito copione del marchese del Grillo. Io decido, io solo so, voi dovete fidarvi di me e via dicendo in un delirio di autoesaltazione tragicomica. A rischio anche la presenza di liste in alcune realtà, anche se i sondaggi sembrano indicarla come vincente, segno che gli italiani stanno declinando su una brutta china insieme ai vari populismi presenti sulla scena.
Sollevando poi lo sguardo da questo gorgo senza senso, da un caos che sembra esistenziale e voluto, ci accorgiamo che l’altro corno della fiamma antica, il centrodestra, è ancora nel limbo. In attesa che Berlusconi possa tornare in campo per l’ennesima volta forse riuscendo a compattare qualcosa, intanto esplode lo scontro tra Bossi e Salvini. Con il Senatur che bacchetta il delfino il quale va ormai per conto suo anche infiorettando di epiteti del suo stile il vecchio leader. Uno spettacolo triste con una Lega che sembra sempre più la destra lepeniana senza storia e senza background con cui Marine cerca di arrivare alla presidenza francese, flirtando con Putin che sembra divenuto la levatrice di molta politica internazionale dagli Usa sino alla nostra Europa.
In questo tripudio di non sense, esiste sempre una non piccola area di incerti e di moderati che non si riconoscono in nessuno di questi scenari e sui quali punta il centrista Alfano alla ricerca di un approdo dopo la non esaltante performance del Ncd governativo e alla ricerca di un nuovo porto nel quale coagulare un’area che potrebbe risultare determinante per gli equilibri futuri!
Un rebus, dunque, condito di misteri e anche di raccapriccianti visioni di quel che potrebbe essere e che il futuro potrebbe riservarci! Neppure l’ultima spes ci aiuta a pensare positivo!
di Roberto Mostarda