Economia

Vinitaly 2017 – vino caput mundi

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Vinitaly2017 - Fonte: Ennevi
Si è chiusa anche la 51ma edizione di Vinitaly, con 128.000 presenze da 142 nazioni, numeri in forte crescita che mandano un segnale positivo: il vino italiano gode di ottima salute ed è più forte che mai, soprattutto all’estero.

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Si è chiusa anche la 51ma edizione di Vinitaly, con 128.000 presenze da 142 nazioni, numeri in forte crescita che mandano un segnale positivo: il vino italiano gode di ottima salute ed è più forte che mai, soprattutto all’estero. Verona è diventata, come ogni anno, la capitale italiana dal vino, attirando circa 35.ooo wine lovers tra il capoluogo e Bardolino. «Vinitaly 2017, che abbiamo simbolicamente battezzato come edizione “50+1” – commenta il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese –, rappresenta il primo e concreto passo del nuovo percorso di sviluppo che guarda al futuro dei prossimi 50 anni. I risultati premiamo la spinta verso una sempre più netta separazione tra il momento riservato al business in fiera e il fuori salone pensato per i wine lover in città. Proprio Vinitaly and the City quest’anno ha portato nel centro storico di Verona e nel comune di Bardolino oltre 35mila appassionati. L’obiettivo ora è continuare in questa direzione, forti dei nuovi strumenti messi a disposizione con la trasformazione in Spa di Veronafiere e dal piano industriale collegato da 100 milioni di euro, con investimenti mirati sulla filiera wine e sulla digital transformation».
Vinitaly2017 - Dall'alto - Fonte: Ennevi
«I numeri di questa edizione – spiega il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani – testimoniano la crescita del ruolo b2b di Vinitaly a livello internazionale, con buyer sempre più qualificati da tutto il mondo. Basta guardare alla top ten delle presenze degli operatori stranieri che mostrano incrementi da quasi tutte le nazioni: Stati Uniti (+6%), Germania (+3%), Regno Unito (+4%), Cina (+12%), Francia e Canada (stabili), Russia (+42%), Giappone (+2%), Paesi del Nord Europa (+2%), Olanda e Belgio (+6 per cento). A questa lista si aggiunge la buona performance del Brasile (+29%), senza dimenticare il debutto assoluto a Vinitaly di Panama e Senegal. Per quanto riguarda invece l’Italia, assistiamo ad un consolidamento degli arrivi da tutte le regioni del Paese».
Vinitaly2017 - Meetings - Fonte: Ennevi
Gli espositori sono stati circa 4.270 provenienti da 30 Paesi, confermando il Vinitaly come il più importante salone internazionale per il vino e i distillati che quest’anno ha visto la presenza del commissario europeo all’Agricoltura Phil Hogan, i ministri dell’Agricoltura di Malta e Polonia e il viceministro all’Agricoltura russo. Gli interventi istituzionali hanno rimarcato l’importanza del prodotto all’interno del sistema produttivo agricolo nazionale ed europeo e la sua strategicità per l’economia UE. E se Londra si allontana, la Cina inizia a prendere confidenza con il vino italiano grazie soprattutto agli sforzi “educativi” degli imprenditori nostrani. Per l’occasione 1919, il gigante cinese della distribuzione online ed offline di wine&spirit, ha stretto un accordo con la Vinitaly International Academy, e il fondatore Robert Yang ha promesso di aumentare entro il 2020 le vendite italiane nel Paese del dragone di oltre 2 milioni di bottiglie per almeno 68milioni di euro di fatturato.
Non è mancato lo spazio dedicato ai vini naturali, biologici e biodinamici, dimostrando la crescente attenzione verso questa nicchia di mercato in forte espansione, in grado di regalare sensazioni coinvolgenti senza ricorrere alla chimica. Inoltre, il calendario delle degustazioni è stato fittissimo con più di 250 sessioni organizzate direttamente da Vinitaly e dai consorzi delle Regioni, che hanno visto, tra le altre, una esclusiva per celebrare i 50 anni del Sassicaia.

L’appuntamento per la 52ª edizione di Vinitaly è sempre a Verona dal 15 al 18 aprile 2018.

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::autore_::di Giuseppe Bellavia::/autore_:: ::cck::1965::/cck::

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