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Nel nostro viaggio attraverso le ville italiane, non possiamo dimenticare Villa Taranto, a Pallanza (Verbania).
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Nel nostro viaggio attraverso le ville italiane, non possiamo dimenticare Villa Taranto, a Pallanza (Verbania).
Con i suoi palazzi barocchi e ville del 1700/1800, Pallanza si affaccia, splendida e soleggiata, sul Lago Maggiore.
Questo lembo di terra, noto in tutto il mondo per la sua flora rigogliosa e fauna particolare, deve la sua fama ad un microclima che consente un turismo continuo ed eterogeneo. Artisti famosi hanno tratto ispirazione da questo magico luogo per realizzare opere fantastiche.
Rilassarsi sul rive di uno dei laghi più belli del mondo è un sogno che questa terra ci può consentire con la sua storia fatta di leggende, arte e cultura; di gnomi, fate e folletti che aleggiano sulle acque del lago.
Si racconta infatti che un bimbo di nome Giovanni, nato in una famiglia poverissima, morì di freddo e di stenti. Il suo babbo, distrutto dal dolore gli confezionò due scarpine bellissime perché potesse camminare bene dove stava andando. Il corpicino fu deposto su di una barca e spinto in mezzo al lago, dove una fata sostituì le scarpette con delle babbucce d’oro e depose le originali sulla riva. Chiunque le avesse utilizzate, avrebbe potuto vivere avventure che erano state negate al piccolo Giovanni. Un giorno le scarpette, indossate da tanti ragazzini della zona, sparirono, ma, forse, sono ancora conservate in qualche baule dimenticato nella soffitta di una casa in riva al lago.
Il fascino suggestivo delle Isole Borromee, le meravigliose ville sparse qua e là sulle sponde, capolavori dell’arte ottocentesca, ci fanno vivere momenti magici che si perdono nel tempo.
Particolare attenzione va rivolta ai giardini di Villa Taranto, al di là dell’interesse storico della villa stessa, oggi non visitabile perché sede della Prefettura della nuova Provincia di Verbania, Ossola e Cusio.
Nel 1931 un capitano scozzese, Neil Mc Eacharn, acquistò la proprietà dalla Marchesa di Sant’Elia, per trasformarla in un perfetto giardino all’inglese, coniugando due esigenze fondamentali: estetica e botanica.
Sullo schema architettonico tracciato da Pirro Ligorio, articolato tra pendii e terrazzi (tipico delle città romane), Mc Eacharn realizzò il suo capolavoro: 35.000 mq. di terra, 250 zampilli, 60 polle d’acqua, 255 cascate, 100 vasche, 150 fontane, 20 terrazze, 150 piante secolari, 15.000 piante ed alberi perenni, 30.000 piante a rotazione stagionale, 9.000 mq. di viali, vialetti e rampe.
Secondo una classifica stilata da The needs, il giardino di Villa Taranto è più bello di quelli di Versailles, che si collocano al 2° posto.
Passeggiare lungo i viali sui quali aleggia il profumo di migliaia e migliaia di essenze di rara varietà, provenienti da tutto il mondo, crea una stupefacente esperienza sensoriale. Tramonti romantici e panorami mozzafiato coronano questo angolo di paradiso in cui fiori sacri alla mitologia egizia, distese di eriche, fiori di loto, azalee, aceri, camelie, dalie ci regalano indimenticabili immagini della sua sempre rinnovata bellezza.
Villa Taranto e i suoi giardini figurano nella lista dell’UNESCO tra i Patrimoni dell’Umanità.
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::autore_::di Luisanna Tuti::/autore_:: ::cck::1972::/cck::