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La conferenza stampa di Trump con l’annunciata disdetta agli accordi di Parigi sul clima è piaciuta sicuramente all’industria mineraria del carbone, ma molto meno a Terminator: il duro attacco al presidente degli Stati Uniti.
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Giovedì scorso 1°giugno con la disdetta all’accordo sul clima di Parigi Trump ha saldato il suo debito elettorale con l’industria del carbone e del petrolio. Durante la conferenza stampa non è passato inosservato l’annuncio di apertura di nuove miniere di carbone. Trump non è riuscito a nascondere l’imbarazzo che aleggiava sulla conferenza stampa. Dopo una partenza con il solito patos retorico, Trump ha ammesso maldestramente e con poca convinzione l’intenzione di affrontare comunque il problema del clima, magari rinegoziando l’accordo.
Non sono mancati i mugugni e lo scontento neanche all’interno del partito repubblicano. Il suo antagonista più in vista, l’attore ed ex governatore repubblicano della California Arnold Schwarzenegger, ha immediatamente pubblicato una brusca risposta a Trump, che è diventata virale sulla rete: oltre 45 milioni di visualizzazioni nelle prima 24 ore, e migliaia di commenti. Un solo uomo non può distruggere il progresso, un uomo non può fermare la nostra rivoluzione di energia pulita, un uomo non può tornare indietro nel tempo, solo io posso farlo! afferma il celebre attore e culturista, ricordando ironicamente il viaggio nel tempo di Terminator, la sua interpretazione più famosa. Il presidente, continua Schwarzenegger nel video pubblicato da attn.com, deve proteggere la gente, e ricorda le 200.000 morti all’anno causate dall’inquinamento.
link al video
La disdetta dall’accordo di Parigi sul clima era per Trump un passo obbligato, non certo politico, ma di difesa degli interessi economici di un settore industriale molto potente. Il 97% dei finanziamenti elettorali erogati dall’industria mineraria del carbone sono andati nel 2016 ai repubblicani, secondo uno studio pubblicato dal Center for Responsive Politics di Washington. Trump ha mostrato la sua gratitudine con l’annunciata disdetta degli accordi sul clima, promettendo anche l’apertura di tre nuove miniere di carbone in Pennsylvania, Ohio e West Virginia
L’industria energetica ha subito in questi anni una serie di minacce e disfatte, dall’ostilità crescente dell’opinione pubblica, di alcuni governi e delle amministrazioni locali, al crollo del prezzo del petrolio, alla riduzione dei consumi in molti paesi avanzati (vedi nostro articolo della settimana scorsa), alle richieste di risarcimento astronomiche per i disastri ambientali, ai licenziamenti del personal e chiusura di impianti, per non parlare dei rischi causati dai conflitti armati in molti dei paesi produttori di petrolio. Non sorprende l’esasperata pressione esercitata con tutti i mezzi per contrastare l’accordo sul clima di Parigi, che di fatto segna l’inevitabile declino dell’industria energetica convenzionale basata sui combustibili fossili.
Secondo un recente articolo di Jeremy Leggett * Trump non riuscirà ad ottenere la fuoriuscita degli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul clima nei termini del primo mandato, se non altro a causa delle relative implicazioni legali, né può aspirare ad un secondo mandato, visti gli scheletri che rumoreggiano nel suo armadio.
* Jeremy Leggett è Fondatore e Presidente della Solarcentury Electric Co; Presidente di Carbon Tracker, autore e attivista
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::autore_::di Massimo Predieri::/autore_:: ::cck::2043::/cck::