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Tanto tuonò che… non piovve!

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Senato, comunicazioni di Renzi in vista del Consiglio UE (Palazzo Chigi)
L’incredibile battuta d’arresto subita dal confronto sul sistema elettorale alla tedesca – con un’intesa durata lo spazio di un mattino tra Pd, Forza Italia, Lega e 5Stelle – ha riportato indietro le lancette di un possibile voto.

L’incredibile e, possiamo dire, anche incomprensibile battuta d’arresto subita dal confronto sul sistema elettorale alla tedesca – che aveva visto un’intesa durata lo spazio di un mattino tra Pd, Forza Italia, Lega e 5Stelle – ha riportato indietro le lancette di un possibile voto che ora torna nuovamente a spostarsi verso la fine della legislatura. Né una buona né una cattiva notizia, soltanto una pessima notizia sulla capacità dialettica e sulle reali volontà di quanti si mettono attorno a un tavolo per parlare di regole comuni! “Parlaimmo e nun ce capaimmo” , era la battuta di un comico di qualche anno fa che sembra perfettamente delineare la situazione. Ci si riunisce, si dibatte, ci si confronta, si parla in sostanza ma… non ci si capisce.
Meglio sarebbe dire che non ci si vuol capire e qualcuno o tutti assumono il comportamento di quel “sordo del compare” come recita un antico detto dove qualcuno fa finta di non sentire al fine di circuire la vittima insieme al suo complice! Difficile immaginare una situazione truffaldina di questo livello, ma è indubitabile che nel confronto inconcludente al quale abbiamo assistito con scenata finale e un voto segreto che diviene palese e mostra gli altarini, qualcosa non ha funzionato e ognuno degli attori è parso più attento alle proprie compatibilità ed interessi che non alle regole comuni che sole possono permettere al paese di tornare a votare in un modo che consenta governabilità e chiari orientamenti.
In buona sostanza e lasciandoci andare ad un’ulteriore citazione ancorché modificata, potremmo dire che “tanto tuonò che… non piovve!” Un’espressione questa che la tradizione attribuisce a Socrate. Il filosofo un giorno stava dialogando con un suo allievo nel cortile di casa; la moglie Santippe, appena arrivata, iniziò a inveire contro di lui, poi si affacciò alla finestra e gli gettò una brocca d’acqua sulla testa; filosoficamente Socrate, sempre imperturbabile, pronunciò la famosa frase che abbiamo modificato in negativo e che voleva , soprattutto in contesti scherzosi, alludere al verificarsi di un evento atteso da molto tempo, come appunto un temporale preceduto da forti boati e scariche elettriche.
Non è ancora chiaro se si sia trattato di una battuta d’arresto come abbiamo detto o di uno stop definitivo con l’ennesimo rinvio al dopo elezioni nei tempi di fine legislatura. Le amministrative appena celebrate hanno se possibile aggiunto qualche nuovo elemento di analisi e di valutazione su quel corpo elettorale al quale ci si dovrebbe riferire nel momento in cui si studiano i modi per consentirgli di esprimersi. Il voto ha infatti mostrato una precisa tendenza di una parte importante dell’elettorato (i cittadini interessati erano complessivamente nove milioni) a indicare la propria preferenza per schieramenti ancorché di coalizione, ma rappresentativi di posizioni soprattutto sul centrodestra e sul centrosinistra. Una tendenza con molte eccezioni ovviamente non estensibile all’intero corpo elettorale o al voto nazionale, ma che non può essere sottovalutata nel momento in cui si vuole privilegiare un sistema proporzionale puro ancorché con soglie di sbarramento elevate (una contraddizione in termini peraltro).
E’ auspicabile dunque che la riflessione interrottasi riprenda, senza la linea di demarcazione di un voto immediato o prossimo e tenendo conto di questa indicazione che contraddice in parte l’evoluzione sino ad ora delineatasi tra le forze politiche. Così come la debacle dei 5Stelle non va valutata in chiave nazionale ma riferita ai centri in cui si è votato, ma non può essere sottaciuta soprattutto dinanzi al discutibile bilancio di governo in medi e grandi centri che dimostra l’assenza di una cultura di governo nel movimento anche alternativa agli altri!
Per ora è partito il “liberi tutti” e nessuno sembra aver intenzione di intavolare nuovamente una riflessione sul tema della legge elettorale, ma la questione non può essere elusa come quella principale delle riforme, di un ammodernamento dello stato è stata fermata dal referendum ma non potrà a lungo essere rinviata perché ancorata a questioni strutturali della vita nazionale e del funzionamento dello stato.
E’ tema che non può essere eluso da alcuno che si ponga come riferimento per il governo del paese. Dunque non dal Pd che deve riuscire a confermare il proprio ruolo centrale del sistema; non dal centrodestra sia a trazione Forza Italia, sia a trazione della Lega; e neppure dai 5Stelle per i quali il problema fondamentale resta sempre quello di decidere se governare realmente o eludere il governo per evitare il confronto con il paese che esiste e non quello immaginato dal guru!
E ogni soluzione da trovare non può neppure prescindere dal ruolo di piccole o medie formazioni politiche che devono avere la possibilità di apparire nelle istituzioni ma attraverso un modus che contemperi la loro rappresentatività con le loro dimensioni, senza sacrificarla a logiche comunque spartitorie tra attori principali o ritenuti tali. Una democrazia compiuta deve garantire sia la rappresentatività che la governabilità. Nessuno dei due elementi può essere compresso e dunque i sistemi da immaginare devono poter garantire con chiarezza entrambi. Ogni orientamento che parta dal presupposto di limitare o tener fuori, attraverso sbarramenti o soglie varie, qualcuno deve dunque essere abbandonato anzi neppure immaginato perché contrario all’idea di rappresentanza e rappresentatività! Oltreché non coincidente con i valori della Costituzione che qualche volta occorre richiamare con fermezza, soprattutto a proposito!

di Roberto Mostarda

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