::cck::2077::/cck::
::introtext::
Non bastano incentivi, dibattiti televisivi o interrogazioni parlamentari, il problema va risolto all’origine con una nuova visione della vita partendo proprio dalla mente e cambiando l’idea pessimistica del perdente, ma come fare?
::/introtext::
::fulltext::
Negli anni 60 un noto gruppo musicale dell’epoca, The Rokers, cantava una canzone ‘Bisogna saper perdere‘, un invito a non prendersela troppo e ad andare, sempre e comunque, avanti nella vita.
Questa potrebbe essere la colonna sonora per tanti giovani, e non solo, che in Italia hanno perso la voglia o forse non l’hanno mai avuta, di andare avanti nella vita, di non abbattersi davanti alle difficoltà, specialmente quando si cerca un lavoro.
Non bastano incentivi, dibattiti televisivi o interrogazioni parlamentari, il problema va risolto all’origine con una nuova visione della vita partendo proprio dalla mente e cambiando l’idea pessimistica del perdente, ma come fare?
Per risolvere questo problema è stata inaugurata a Modena niente meno che la Scuola di Fallimento.
L’idea di questi corsi è di una giovane economista e ricercatrice, Francesca Corrado che, grazie al contributo delle Fondazioni Cassa di Risparmio di Modena e quella del San Filippo Neri ha potuto realizzare questo progetto.
Sembra un controsenso, la parola fallimento non è certo un incentivo per guardare alla grande il proprio futuro, lo scopo, invece, è di partire proprio dai propri errori per tornare a superare gli ostacoli quotidiani.
Un impegno per quelle persone, uomini e donne specialmente giovani, che non sanno come iniziare ad affrontare la vita o sono stanchi dalle troppe delusioni e spesso mantenuti anche in età adulta dai propri genitori con poche, o quasi nulle, prospettive per il loro futuro. Mentre per gli over 40/50 bisogna dare loro una reazione alla depressione dopo essere stati estromessi dal lavoro e sono ormai “vecchi” per trovare altra occupazione.
Il sistema di insegnamento, vista la molteplicità dei partecipanti ai corsi, si sviluppa: “ Su un modulo esperienziale che comprende tecniche del teatro d’improvvisazione, del gioco, del mentoring Attività di formazione aziendale effettuata affiancando lavoratori più esperti a quelli appena assunti e del coaching – spiega Francesca Corrado – Non sono lezioni frontali, si lavora sul ciclo dell’errore a partire dalla sua percezione, cioè da quello che penso io del mio stesso errore, per poi passare a come lo vivono gli altri, cosa che si propone soprattutto nei colloqui di lavoro”.
Un approccio innovativo, con un continuo dialogo aperto e costruttivo con i partecipanti insieme ad un nuovo sistema di insegnamento con lezioni del tutto originali.
Il team degli insegnanti è infatti composto da dieci attori di teatro, docenti del Politecnico di Milano esperti in game design, una psicologa e un neuroscienziato ed infine due esperi di giochi di ruolo.
I corsi si svolgono con molte attività, come il teatro, i giochi di ruolo, le simulazioni, le tecniche di coaching, la metodologia di sviluppo personale nella quale una persona, appunto il coach, supporta l’altro nel raggiungere uno specifico obiettivo personale o professionale dando formazione, supporto e soprattutto una guida, e anche di mentoring, un tipo particolare di relazione, uno a uno, nella quale la persona con specifiche abilità professionali mette la persona nelle condizioni di sviluppare le proprie qualità nascoste e, attraverso queste attività.
Il corso pone davanti ai partecipanti diversi momenti del cosiddetto ‘ciclo dell’errore’dove si analizza il perché del proprio fallimento, l’analisi dell’errore, la presa di coscienza, la sdrammatizzazione e l’aspettativa nel nuovo successo.
“Abbiamo – prosegue la Corrado – molte richieste anche dalle imprese, persino di grandi dimensioni“.
Perché il senso di sconfitta può investire, oltre le persone, le stesse strutture economiche con scelte sbagliate, per questo sempre più imprese corrono ai ripari andando anch’esse a Scuola di Fallimento e mettendocela tutta per arrivare al successo imprenditoriale o, per i più, al tanto agognato posto di lavoro.
::/fulltext::
::autore_::di Marco Cesi::/autore_:: ::cck::2077::/cck::