::cck::2097::/cck::
::introtext::
::/introtext::
::fulltext::
La libertà non è star sopra un albero, Non è neanche avere un’opinione, La libertà non è uno spazio libero, Libertà è partecipazione.
Non so se gli ideatori avessero in testa il celebre refrain di una delle più cantate e amate canzoni di Giorgio Gaber, ma è indubbio che il loro Festival s’innerva su una delle motivazioni più urgenti del nostro attuale vivere civile: la partecipazione. Non quella dei social network – un click su “ like”, e siamo a posto con la coscienza – ma quella concreta, attiva e fattiva. Partecipazione che non sia più una delega in bianco alle istituzioni (siano esse amministrazioni locali o nazionali, partiti o sindacati), ma espressione della forma più alta, autentica e qualificata di democrazia: i cittadini protagonisti e interlocutori nella tutela dei loro diritti, delle loro esigenze, del cambiamento.
Ovunque, nel nostro Paese, nascono associazioni, comitati, movimenti dal basso: energie idee e proposte che spesso non sanno come coagularsi, che stentano ad essere canalizzate.
Ecco allora il Festival della Partecipazione. Dove? A L’Aquila, città tragicamente ferita dal terremoto del 2009, e per questo città simbolo di un percorso di ricostruzione urbana, civica e culturale complessa ma proprio per questo altrettanto appassionante. Sarà qui, nel più grande cantiere d’Europa, che per il secondo anno consecutivo, dal 6 al 9 Luglio, si terrà questa quattro-giorni di laboratori, dibattiti, concerti, spettacoli, eventi, percorsi eno-gastronomici.
A volerlo, questo Festival il cui intento è far emergere l’anima partecipativa della popolazione, è stata, con la collaborazione del Comune, l’alleanza organica di tre organizzazioni civiche che non hanno bisogno di presentazioni: Action Aid, Cittadinanza attiva e Slow Food Italia, unite nel claim, che è anche auspicio, di “Italia, sveglia!”.
L’Aquila dunque come fabbrica d’idee, laboratorio di progetti, luogo d’incontro fisico, ascolto e confronto per la cittadinanza attiva e per quanti vorranno esserlo: Cittadini di Serie A, come recita il titolo di questa seconda edizione, in un Paese sempre più ferito e diviso dalle diseguaglianze.
E se lo scorso anno c’è stata la partecipazione di 30 mila persone, il bilancio anche questa volta non dovrebbe essere da meno, per una kermesse che accoglierà ben 70 eventi e 300 ospiti.
Impossibile elencarli tutti. Basterà sfogliare il programma per farsi un’idea (www.festivaldellapartecipazione.org), o seguire gli hashtag (#fdp2017 #iopartecipo).
Nella speranza di poter constatare in concreto le parole di Don Luigi Ciotti: non basta commuoversi, bisogna muoversi.
::/fulltext::
::autore_::di Silvia Mauro::/autore_:: ::cck::2097::/cck::