Cultura

Bulgaria: Sofia, un luogo da scoprire

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Party_House_by_night,_Sofia_(by_Pudelek) (Marcin Szala) - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=29869601
Comincia con questo numero la cronaca di un viaggio in Bulgaria, paese con un grande passato ma ancora fuori dalle rotte del turismo di massa, pur facente parte da 10 anni della grande famiglia europea.

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Complice l’estate torrida e la psicosi generalizzata, dovuta alla minaccia terroristica incombente in quasi tutta l’area mediterranea, un viaggio in Bulgaria ci è sembrato la scelta giusta per scoprire luoghi e sensazioni lontani dalle solite mete turistiche.
Un avamposto d’Oriente entrato da poco nella grande famiglia europea, ma ancora indissolubilmente legato ad un passato carico di storia che da queste parti si è manifestata con una brutalità che poche nazioni hanno conosciuto nel loro percorso di formazione. Cinquant’anni di comunismo e prima ancora cinque secoli di dominazione turca hanno lasciato il segno. Nelle persone prima che nell’architettura monumentale.
Ce ne accorgiamo subito ancora prima di atterrare nello scalo della capitale Sofia. C’è diffidenza negli sguardi delle persone, timbro indelebile di un passato comunista dove il delatore poteva essere il tuo vicino oppure addirittura un familiare.
E poi i viali che dall’aeroporto conducono al centro della città su cui si affacciano palazzoni logorati dal tempo e deturpati da un mare di parabole che riversano nelle case popolari il sogno europeo.
Una volta arrivati nel cuore della capitale però le cose prendono un’altra forma.
Vitosha boulevard, Sofia. By Stolichanin - Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=39900191
La via principale, Vitosha boulevard, è un’arteria commerciale del tutto simile ai viali di altre città europee. Ristoranti, boutique di grandi marchi internazionali, sale da gioco dove i cittadini tentano la sorte scommettendo sull’uscita dalla riffa di numeri fortunati.
Il nostro via vai ci porta poi nei luoghi simbolo di questa capitale ai margini orientali del vecchio continente.
Sofia Archaeological museum. By Apostoloff - Self-photographed, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=9010358

Scultura 2 bis Museo archeologico. Foto di Diego Grazioli Scultura 2 ter Museo archeologico. Foto di Diego Grazioli

Prima di tutto il museo archeologico, situato in una vecchia moschea e ricchissimo di tesori appartenuti all’antico popolo tracio tra i quali spicca una maschera barbuta in lega metallica di una bellezza realistica e sconvolgente. Capolavori da non perdere che danno l’idea dell’importanza che ha avuto nel passato questa terra di cerniera tra la penisola anatolica ed il centro dell’Europa.
Sofia Moscue. By Stolichanin - Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=39900190
Arriviamo poi alla grande Moschea di Banya Bashi costruita nel 1576 da Sinan, il più grande architetto ottomano.
Interno della Sinagoga. Di Avishai Teicher - myselfe, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2474002
Lambendo i palazzoni del governo ed attraversando il grande mercato coperto giungiamo quasi inaspettatamente davanti alla Sinagoga di Sofia, dove entriamo da una piccola porticina laterale sorvegliata da vigilanti di manica larga. Il più grande edificio di culto ebraico dei Balcani, situato a pochi metri dalla moschea, ci racconta la commistione di culture e religioni che ha sempre caratterizzato questa terra.
Tralasciando le altre attrazioni turistiche come la maestosa Cattedrale ortodossa di Aleksandr Nevsky, fatta costruire in onore dell’esercito russo che insieme ai patrioti bulgari ha liberato il paese a fine 800′ dal giogo ottomano, ci imbattiamo fortunatamente in una coppia di ragazzi dallo sguardo intelligente e dal sorriso radioso.
Per noi è una svolta. Grazie alle loro indicazioni possiamo infatti scoprire il fascino nascosto di questa città che, come spesso capita nelle capitali dell’est Europa, si sprigiona dalla zona limitrofa ai luoghi più turistici ma lontano dalle grigie periferie. A colpirci in particolare sono due vie parallele al vialone principale, Tsar Asen e Hirsto Belchev, dove i ragazzi del posto hanno aperto deliziosi bar e piccole boutique che vendono abiti e magliette di indubbio gusto. Proseguendo lungo queste viuzze laterali arriviamo infine in una bella piazza intitolata al rivoluzionario di origine albanese Angel Kanchev, dove decine di giovani gustano eccellenti aperitivi dai costi estremamente contenuti.
La Bulgaria infatti, pur facente parte dal 2007 dell’Unione Europea, ha mantenuto la sua moneta il Lev, che ha un rapporto con l’Euro per noi estremamente favorevole, rendendo così il soggiorno estremamente economico. Una ragione in più dunque per intraprendere questo viaggio di storia e cultura.

Nel prossimo numero ci inoltreremo nel cuore della Bulgaria fino alla città di Plovdiv, dichiarata Capitale europea della Cultura 2019, lambendo monasteri e montagne ricoperte da boschi e laghi.

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::autore_::di Diego Grazioli::/autore_:: ::cck::2168::/cck::

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