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Serifos. Ancorata nel blu cobalto dell’Egeo, spazzata dai venti, le sue colline sembrano coperte da un manto che assomiglia alla pelle ruvida e secca di un rettile. Montagne che precipitano nel mare e la sua Chora arcaica…
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Alla ricerca di un’isola delle Cicladi non scalfita dal turismo di massa, siamo approdati a Serifos una ventosissima mattina di agosto. Ancorata nel blu cobalto dell’Egeo, spazzata dai venti, la prima impressione guardando le sue coste e le sue colline è che siano coperte da un manto che assomiglia alla pelle ruvida e secca di un rettile. Colpiscono subito le sue montagne aspre e brulle che precipitano nel mare e la Chora arcaica, un agglomerato di zollette di zucchero dalle finestre e porte blu klein, aggrappata sui pendii aspri e scoscesi che la circondano.
La Chora alla mattina è assopita e i suoi vicoli sonnacchiosi nascondono piante di buganvillee fucsia e rosa shocking, che abbracciano i muri e i pergolati. Un unico forno a pochi passi dalla piazzetta antistante i mulini sforna trecce di sfoglia ripiene di formaggio di capra e miele. Ci si può sedere nella piazzetta centrale in alto, uscita da un libro di storie per bambini con i suoi tavolini e sedie color arcobaleno, per prendere un caffè frappè e leggere il giornale all’ombra di un rampicante.
Una passeggiata fino al Kastro in alto, con vista del porto sottostante e della costa est, poi via in macchina a scoprire i suoi versanti frastagliati, bagnati da acque turchesi e azzurre. Poche strade serpeggianti come lingue di asfalto la percorrono lungo la costa sud, a strapiombo, e lungo la costa est, e portano per lo più nelle sue bellissime e poco frequentate spiagge. Il turismo qui è low-key, elegante senza ostentazioni. Sono perlopiù ateniesi che hanno le case e persone alla ricerca di una Grecia dal sapore remoto, dove l’aeroporto non c’è e le navi che attraccano sono poche.
Le spiagge più speciali sono quelle di Ag.Sostis, Psili Ammos e Kalo Ampeli. Facilmente raggiungibili le prime due, lambite da acque smeraldo, un pochino più impervia la terza che si raggiunge in venti minuti di passeggiata dal parcheggio, tra cespugli di timo e macchia mediterranea. A Psili Ammos si mangia davanti al mare in una trattoria dai legni azzurri, alici fritte e melanzane ripiene di dolcissima cipolla stufata e pomodoro. Sopra la spiaggia di Vaghia invece ha aperto da poco il boutique hotel CoCo Mat, eco-residence vista mare che prepara una taramosalata rosa e spumeggiante come una nuvola e un eccezionale tataki di tonno con trito di erbe mediterranee.
A parte qualche piccola chiesa bianca che scintilla sotto il sole cocente di agosto, pochi agglomerati di case che punteggiano qualche pendio, Serifos è vuota e selvaggia e lo sguardo si perde all’orizzonte sfumato dalla calura estiva, senza mai trovare ostacoli. È qui che sono approdati dentro una cesta cullata dalle onde dell’Egeo Danae e Perseo, lui figlio e lei amante di Zeus. E nel silenzio dei suoi paesaggi solitari al tramonto, quando le montagne svettano verso il cielo e si tingono di giallo oro e rosa albicocca, si respira ancora oggi aria di mitologia.
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::autore_::di Clio Morichini::/autore_:: ::cck::2171::/cck::