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Un fisico italiano ha pubblicato nel 2014 una teoria in base alla quale l’energia di legame dei nuclei piegherebbe lo spazio – tempo nelle loro vicinanze favorendo così la fissione nucleare a bassissime energie
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La nostra civiltà è basata sull’energia. Durante l’arco della giornata, consumiamo una quantità cospicua di energia in varie forme. Quando accendiamo il gas per cucinare consumiamo energia, la consumiamo quando ci laviamo con l’acqua calda. Frigoriferi, lavatrici, automobili, illuminazione, tutto contribuisce al consumo pro capite di energia.
Nel 2004 è stata consumata nel mondo una quantità di potenza pari a circa 15 Terawatt, ossia 15 miliardi di Watt. Di questi, l’86% proveniva da combustibili fossili quali il petrolio ed in misura molto minore il carbone e l’energia nucleare. Le stime basate sui dati passati sostengono che la crescita di consumo energetico sarà molto elevata nei prossimi anni, grazie anche alla crescita delle Nazioni in via di sviluppo.
Consumo energetico significa petrolio; petrolio implica inquinamento e l’inquinamento è responsabile dell’avvelenamento dell’aria che respiriamo e delle piogge acide che stanno eutrofizzando i nostri laghi. L’energia nucleare è connessa a rischi non banali e le fonti cosiddette alternative possono soddisfare soltanto un fabbisogno pro capite minimo. A questo si aggiunga il fatto che le fonti di gas naturale e di petrolio non sono eterne e prima o poi dovremo fare i conti con la loro penuria.
Alcuni decenni fa, fece il giro del mondo la notizia della possibilità di produrre la reazione di fusione nucleare ‘a freddo’, cioè con temperature molto al di sotto di quelle dei nuclei stellari dove queste reazioni avvengono in quantità enorme. Dopo un iniziale entusiasmo, ci si rese conto che i dati sperimentali non erano poi così confortanti e la presunta fusione fredda come alternativa ai combustibili fossili era una chimera. Decenni dopo, una scoperta italiana rimette in discussione la possibilità di ottenere energia a costi irrisori, senza i rischi connessi ai reattori nucleari. Un gruppo di fisici sostiene di aver ottenuto reazioni nucleari di fissione partendo dalla frattura di rocce.
Reazioni di fissione nucleare si potrebbero produrre anche con soluzioni di acqua e sali di ferro sottoposte all’azione di ultrasuoni. I dati sperimentali ottenuti non hanno mai convinto la comunità scientifica internazionale e recentemente alcuni articoli del gruppo italiano sono stati addirittura ritirati dalla rivista su cui erano stai pubblicati.Qualcuno sostiene che potrebbe trattarsi di cospirazione: i magnate del petrolio allarmati da un possibile concorrente si starebbero dando da fare per cancellare la scoperta.
Il cospirazionismo nelle questioni scientifiche dovrebbe essere bandito, ma certo è che una scoperta del genere se fosse confermata, metterebbe in crisi il giro di affari del petrolio. Ma su quale principio scientifico si baserebbe questa reazione di fissione chiamata in gergo LENR (Low Energy Nuclear Reaction)?
Un fisico italiano, insieme ad altri due collaboratori, ha pubblicato nel 2014, una teoria in base alla quale l’energia di legame dei nuclei, cioè quella specie di ‘colla’ che tiene uniti i nuclei atomici, piegherebbe lo spazio – tempo nelle loro vicinanze favorendo così la fissione nucleare anche a bassissime energie. Gli ultrasuoni favorirebbero il fenomeno provocando l’implosione di micro bolle di gas disciolte nell’acqua che durante questa fase di collasso raggiungerebbero temperature sufficientemente elevate da innescare le LENR.
Tutto il fenomeno si baserebbe quindi sull’influenza dell’energia o meglio della sua densità sullo spazio tempo. Secondo questa logica, le equazioni della relatività di Einstein andrebbero modificate. In realtà, da molto tempo si parla di una ‘relatività modificata’, ma a tutt’oggi sembra non vi siano conferme sperimentali convincenti. In conclusione, la possibilità che le LENR possano rappresentare la soluzione ai nostri problemi energetici è attualmente molto remota, ma spesso le scoperte scientifiche passano per una fase di quiescenza che segue l’entusiasmo iniziale per poi tornare a destarsi sotto l’effetto di maggiori dati sperimentali.
Certo è che il ministero della difesa degli USA ha preso sul serio le notizie provenienti dall’Italia e questo potrebbe significare che le LENR non siano poi un abbaglio di alcuni ricercatori poco ortodossi.
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::autore_::di Riccardo Liberati::/autore_:: ::cck::2405::/cck::