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Ridley Scott torna al cinema con Tutti i soldi del mondo, la storia del rapimento di John Paul Getty III, nipote dell’imprenditore pietrolifero J.Paul Getty
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Essere un Getty è una cosa straordinaria.Mio nonno non era soltanto l’uomo più ricco del mondo, era l’uomo più ricco della storia del mondo. Noi assomigliamo a voi, ma non siamo come voi, è come se fossimo di un altro pianeta, dove la forza di gravità è talmente forte da piegare la luce e anche le persone…
(John Paul Getty III)
Ridley Scott torna al cinema con Tutti i soldi del mondo. Questa volta il regista si misura con una storia vera, quella relativa al rapimento nel luglio del 1973 a Roma del sedicenne John Paul Getty III da parte della ‘Ndrangheta, al fine di estorcere molti soldi al nonno del giovane, l’imprenditore petrolifero J.Paul Getty.
Il film di Scott ruota intorno al valore dei soldi più che al valore umano, che assume sempre di più un ruolo marginale. Chiunque entri in contatto con il magnate Getty ed i suoi soldi è marchiato da un aurea di sfortuna. Le numerose ricostruzioni storiche sono frutto dell’immaginazione degli autori, e rappresentano una profonda critica nei confronti della società moderna, scagliandosi contro l’era dell’apparire e contro chi ama mostrare i propri sentimenti in pubblico.
Per questo motivo Abigail Getty viene più volte accusata dai giornalisti di non versare nemmeno una lacrima per il figlio, come se non mostrare il proprio dolore davanti ad una telecamera desse meno valore alla tragedia che la donna stava vivendo in quei giorni.
La freddezza dei sentimenti raggiunge la massima espressione nell’atteggiamento del vecchio Getty che più volte dice di amare il nipote ma il suo comportamento suggerisce tutt’altro. Per certi versi il vecchio ricorda l’avaro signor Scrooge del famoso racconto natalizio di Dickens. Con il suo atteggiamento Getty tenta di mantenere un aspetto razionale e pubblico, tendenzialmente in contrasto con quello privato, tenendo un profilo integerrimo, soprattutto con la stampa, e in grado di non osteggiare e preservare i propri affari. Tanto che anche il rapimento del nipote per lui diventa una questione d’affari. Ogni cosa ha un valore e per questo motivo ogni cosa ha un costo, dunque può essere acquistata. Ma il vecchio non ha fatto i conti con gli affetti, quelli non si possono quantificare in denaro.
Alla fine il film diventa un gioco-forza tra nuora e suocero, una lotta alla supremazia per la custodia dei ragazzi. Se il vecchio Getty non ha mai perso un colpo negli affari, sarà negli affetti che dovrà cedere il passo, perchè tutti i soldi del mondo non potranno mai servire a comprare l’amore di una madre per i propri figli.
Tutti i soldi del mondo, un mese prima della sua uscita ufficiale, è stato al centro di una serie di polemiche relative alla sostituzione di Kevin Spacey, in quei giorni accusato di molestie sessuali. L’attore americano, interprete del ruolo di Paul Getty, è stato sostituito dall’attore Christopher Plummer, che ha dovuto rigirare interamente tutte le scene in cui compariva Spacey.
E forse, chissà, sarà stata anche questa controversia che ha portato il film alla ribalta suscitando interesse da parte di critica e pubblico. Ma se dal trailer il film poteva sembrare ricco di azione e di scene al fulmicotone, la realtà è stata ben diversa. L’evoluzione del film è zoppicante , come il vecchio Getty che arranca scena dopo scena. Ma a salvare tutto è di sicuro l’indiscussa bravura recitativa degli attori Michelle Williams e Mark Wahlberg, per non parlare di Christopher Plummer che, anche se arrivato a film ultimato in fase di montaggio, è riuscito a regalare un’interpretazione magistrale del vecchio magnate in pochi giorni di lavorazione.
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::autore_::di Lorenza Rallo::/autore_:: ::cck::2421::/cck::