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La casa di cura dell’anima

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La sesta puntata del viaggio di Ferdinand in Valsugana presso la  “Casa di cura dell’anima – San Raffaele in Valsugana”. Una giornata al cinema tra gli sketch di Stanlio e Ollio e i filmati dell’olocausto.

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​- Sei pronto, Ferdinand?

La domanda non ammetteva una risposta negativa, quando era il dr Gasperin a porla.

– Naturalmente! Cosa ci aspetta oggi?

– Andiamo al cinema!

– Ah, bene! Qualcosa di divertente, spero.

– Sì e no, vedrai.

Si iniziò con Stanlio e Ollio, e naturalmente furono grandi risate.

Poi vennero i filmati relativi all’Olocausto, con grandi lacrime.

– Oggi, Ferdinand, l’esercizio consiste nel rimanere neutri, nel senso di non provare piaceri nel vedere o nell’osservare delle cose piacevoli ed altrettanto neutri in quelle spiacevoli.

– Per questo abbiamo selezionato una serie di filmati sia dell’uno che dell’altro tipo che tu dovrai seguire con attenzione fino a quando non proverai nessuna emozione in entrambi i casi.

E fu così che iniziò un giorno interminabile di proiezioni di film.

Tutta l’arte cinematografica finora conosciuta gli fu proiettata davanti.

Tutti i filmati più importanti della storia del cinema gli passarono davanti agli occhi.

Era ovviamente solo una finzione, perché solo attraverso questa si potevano riprodurre tutte le esperienze, le sensazioni che la vita ti pone davanti.

Ma era la finzione più veritiera possibile, la sola praticabile per ottenere quel risultato.

È inimmaginabile che una persona possa vivere tutte le esperienze che la vita ci pone davanti.

Ma il surrogato di vita che attraverso la finzione cinematografica scorreva danti agli occhi di Ferdinand era la più simile alla realtà.

Piano piano Ferdinand iniziò a capire.

Non rideva più alla battute di Stanlio e Ollio, a quelle di Totò, a quelle di Mr.Bean e tanto meno si disperava nel vedere le brutture della Grande Guerra, della battaglia di Stalingrado, dei morti di Srebrenica, insomma tutte le morti di tutte le guerre insensate che avevano attraversato il nostro passato recente.

Piano piano riusciva a restare neutrale sia alle cose belle che a quelle cattive della vita di oggi come di quella del passato.

– Ma non è che così diventerò insensibile?

– No!

– Non diventi insensibile alla gioia ed al dolore, diventi solo più saggio, diventi consapevole che queste cose esistono e fanno parte del nostro mondo e che, per il solo fatto che esistono, sono utili e necessarie per il nostro sviluppo interiore, per il nostro progredire spirituale, senza il quale non ci potrebbe essere nessun miglioramento.

– È solo attraverso l’esperienza di vita con le sue cose belle e con quelle brutte che si può perseguire la maturazione dello spirito, è importante però acquisire e conservare una neutralità sia verso le cose cattive che quelle buone per fare proprie tali conoscenze.

Dopo queste parole del dr Gasperin, Ferdinand ritenne concluso l’esercizio di quel giorno e dopo essersi concesso un abbondante bicchiere di rum sprofondò a letto.

 

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::autore_::di Mario Attanasio::/autore_:: ::cck::2424::/cck::

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