Esteri

Mali, anello debole

• Bookmarks: 8


::cck::2448::/cck::
::introtext::

La situazione in Mali, che costituisce un importante attore del “G5 Sahel”, continua a deteriorarsi, costituendo un fattore di rischio non secondario anche per l’Italia, per i contenuti degli accordi con il Niger.

::/introtext::
::fulltext::

La notizia dell’attacco da parte di uomini armati a un posto militare nel nordest del Mali, costato la vita di almeno 14 soldati, è stata divulgata al termine di una settimana di violenze che hanno alimentato forti preoccupazioni sul peggioramento della sicurezza nel Paese. 

Chadian Foreign Minister Moussa Faki Mahamat in London. Di Foreign and Commonwealth Office - https://www.flickr.com/photos/foreignoffice/9681021714/, OGL, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=28165650

 

Naturalmente è rimbalzata immediatamente anche ad Addis Abeba, dove era in corso il 31esimo vertice dell’Unione Africana, che discuteva di tre crisi particolarmente significative e, tra queste, quella del Mali.

Dobbiamo accelerare l’attuazione dell’accordo di Algeri, parallelamente alla mobilitazione di un approccio di maggiore sostegno da parte della comunità internazionale per la forza congiunta del G5 Sahel“, ha affermato il Presidente della Commissione dell’AU, Moussa Faky Mahamat

Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, dal canto suo, ha anche insistito perché si possa garantire che tutti i membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, compresi gli Stati Uniti di Donald Trump, forniscano al G5 Sahel tutti i mezzi finanziari necessari. Saranno inoltre necessari anche per l’Unione Africana, e da qui il progetto di una tassa dello 0,2% sui prodotti importati dai paesi africani. Alpha Condé, che ha ceduto il suo turno di presidenza della UA al presidente ruandese Paul Kagame, ha rivelato ieri che solo 20 paesi su 55 avevano applicato, per il momento, la misurazione.

African Union conference center and office complex (AUCC) in Addis Ababa, AU's new HQ inaugerated at the 18th AU summit 23 – 30 January 2012. Di Maria Dyveke Styve - Email, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=18256881

Sulle sanzioni del Consiglio di Sicurezza contro coloro che impediscono l’attuazione dell’accordo, Tiéman Hubert Coulibaly, capo della diplomazia maliana, presente al vertice dell’Unione Africana, ha voluto puntualizzare: “è il Mali che ha chiesto un regime di sanzioni contro coloro che impediranno l’attuazione dell’accordo di pace“.

Il malessere che si avverte in materia di sicurezza nel Mali, viene attribuito dalla Reuters ad un crescendo della violenza militante in questo ultimo anno, ad opera di gruppi con legami con lo Stato islamico e al Qaeda che vagano per vaste distese desertiche e attraversano i confini internazionali spesso senza essere scoperti.

Sempre secondo la Reuters, il deterioramento della situazione ha attirato una crescente risposta militare internazionale, compresi la Francia e gli Stati Uniti, volti a ripristinare la sicurezza in Mali e nel più ampio Sahel che comprende anche il Niger, il Burkina Faso, la Mauritania e il Ciad.

Le forze francesi hanno respinto un’insurrezione islamica del nord in Mali nel 2013, ma da allora gli attacchi si sono diffusi ulteriormente verso sud, verso la capitale, Bamako, nonostante la presenza di una missione USA di peacekeeping.

Per comprendere lo stato di malessere che si è venuto a diffondere in Mali – dovuto probabilmente anche ad un recente rimpasto di governo [nda]– riportiamo di seguito quanto apparso sul blog della testata maliana online www.malinet.net

«Un pensiero su “Attacco contro il campo militare di Menaka” del 29 gennaio 2018

Il Mali ha bisogno di un leader della società civile per guidare questa lotta contro l’imperialismo e la loro violenza. Questo peggioramento della violenza in Mali fa parte del piano degli imperialisti e degli amici francesi per organizzare il loro diabolico complotto contro il Mali. La Francia non è stata invitata in Mali per gli splendidi occhi dei Maliani. La Francia è in Mali per rimanere e fare a pezzi il Mali. È gente di violenza e ingiustizia ciò che chiamano intelligenza. Le donne maliane devono continuare a essere vigili con la Francia, il peggio può venire in qualsiasi momento dai francesi perché è così che vivono. Quale è il tuo commento?»

::/fulltext::
::autore_::di Giorgio Castore::/autore_:: ::cck::2448::/cck::

8 recommended
comments icon0 comments
bookmark icon

Write a comment...