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Ferdinand controvoglia alle prese con una improbabile carriere politica
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– Dai! Ferdinand tocca a te!
Lui non sapeva da quale parte cominciare e perché si trovava lì. Ma era evidentemente solo un vuoto di memoria, prima di quel comizio che inaugurava la competizione elettorale. Non sapeva neanche lui il perché si era lasciato coinvolgere in questa contesa politica locale.
Ma, poco alla volta, glielo riportarono in mente gli avvenimenti del giorno prima.
– Tu sei il rappresentante più idoneo, gli avevano detto.
– Tu sei quello che può rappresentare la svolta ed il rinnovamento!
Lui però era certo di una cosa sola, di non capire nulla di tutto quello che i suoi supporter andavano predicando ad alta voce. Era pur vero che era nato in quel paesino delle Marche, vi aveva passato la sua infanzia e vi ritornava volentieri tutti gli anni d’estate con la famiglia. Ma tutto quell’enfasi su da lui gli sembrava eccessiva.
– No! Tu sei lo spirito di Francaspina! Gli dicevano i vecchi del paese.
Di fronte a quelle insistenze non aveva saputo resistere e si era candidato sindaco! Però nel suo intimo sapeva già come sfuggire a questa spiacevole incombenza e sperava nel suo intimo già di cavarsela con quel comizio inaugurale.
E fu così che Ferdinand iniziò il suo primo ed ultimo comizio.
CONCITTDINi!
– La misura è colma! Qui non funziona nulla o quasi. Le strade sono sporche, la sicurezza lascia a desiderare, la spazzatura resta in strada per giorni; insomma nulla funziona e tutto è abbandonato a se stesso! Quale amministratore di un bene pubblico come il nostro comune, ci vorrebbe ben altro che quello attuale. Io però, nel momento stesso che porgo questa denuncia, vi prego, cari concittadini, di non votarmi!
– Mmm,mmmmmmm cosa ?
Grande fu lo sconcerto dei cittadini convenuti per ascoltare il comizio del primo fra i candidati a Sindaco.
– Ma perché???
Una lunga domanda si levò dalla gente.
– E me lo chiedete?
– Certo, rispose la gente.
– Ed allora ve lo dico io!
Ferdinand non sapeva come controllarsi.
– Voi mi farete un piacere enorme se non mi votate. Voi non volete altro che amministratori compiacenti, se non complici. Volete solo favori e piaceri. Le regole per voi valgono solo per gli altri. I vostri amministratori ideali sono quelli che vi eliminano i doveri e vi lasciano i piaceri! Per tutto questo lasciatemi in pace, non votatemi per l’amor di Dio!
Grande su lo sconcerto nel pubblico ma niente rispetto a quello che prese dopo Ferdinand nell’apprendere che aveva vinto le elezioni comunali a sindaco con il 98 per certo dei votanti.
“Ed ora cosa faccio? Come me la cavo?” “Ma te la cavi abbassando le tasse, le bollette Enel, la tassa di soggiorno e così via fino al fallimento totale”, gli diceva una vocina, “Tanto.. chi te lo fa fare”
Invece si mise di buzzo buono è iniziò ad amministrare quel paese di cui non conosceva nulla. Ma, da qualche parte bisogna pur iniziare, e così convocò tutti I dipendenti comunali. Con sua grande sorpresa ne vennero appena il 40 per cento. E gli altri dove sono, chiese al segretario comunale.
– Beh, due vigili su quattro sono sempre in tribunale per testimoniare sulle cause relative agli abusi edilizi, ma dato che le cause vanno rimandate dai giudici senza preavviso, praticamente la metà dei vigili in servizio è sempre assente per motivi giustificati.
– Ed il resto?
– Beh, cinque persone, del servizio anagrafe, dell’ufficio tecnico e di quello commerciale sono in licenza straordinaria permanente per assistere a parenti disabili.
– Come? Cinque su otto?
– Beh, si, senza contare cinque spazzini, pardon, operatori ecologici, che sono inadatti a quel compito per motivi di deficit fisici, per cui sono stati destinati ai servizi sociali.
– E chi spazza le strade del paese?
– Beh, oltre ai due rimasti, si conta molto sul volontariato.
– Volontariato?
– Si, in paese ci sono molte persone che sono andate in pensione approfittando della legge sulle pensioni baby e loro per passare il tempo si prestano a pulire la strada ed accompagnare I bambini a scuola.
– E gli amministratori dove sono?
– Beh, quelli devono seguire le loro famiglie e vengono in comune solo quando una pratica, di condono o altro, li riguarda.
– E come si amministra allora questo comune? Con chi?
– Beh, si conta molto sul sindaco….
– Ed i capi servizio?
– Beh, quelli si guardano bene dal firmare qualsiasi provvedimento da quando la legge Bassanini li ha reso sì autonomi, ma anche responsabili dei provvedimenti che firmano.
– E allora chi firma I provvedimenti?
– Beh, il Sindaco…
– Tutti?
– Beh, quasi tutti, tranne…tranne….
– Tranne quali, segretario!
– Beh, tranne alcuni che non possono evitare di firmare…
– E quali?
– Beh, signor Sindaco, io non posso dirlo, ma mi sembra chiaro di quali provvedimenti si parla, si capisce dall’andazzo delle cose di oggi…, di famiglie, di amici, di parenti e così via…
Ferdinand non sapeva più cosa pensare, ma in un flash improvviso vide davanti a sé tutta l’amministrazione del paese, da iniziare dal Parlamento, per seguire alle Regioni, alle Provincie ai Capoluoghi e via via più giù a cascata in tutto il paese, lo stesso meccanismo di amministrare la cosa pubblica.
– Segretario!
. Sì signor Sindaco!
. Abbiamo la carta intestata del Comune?
– Certo!
– E allora scriva!
E fu così che Ferdinand si dichiarò colpevole di voto di scambio. Confessò che aveva pagato gli elettori per farsi eleggere e di questo si pentiva e dava le dimissioni irrevocabili.
– Ma signor Sindaco si sa che questo non è vero, lei non può dire questo!
– Ma Segretario lei pensa che se io, in questo consesso di cose, dicessi la verità, verrei creduto?
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::autore_::di Mario Attanasio::/autore_:: ::cck::2476::/cck::