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L’incantesimo artistico della Biennale continua la sua evoluzione. Presentato in conferenza stampa il programma di Danza Musica e Teatro, nell’ottica di un festival che mira a crescita e confronto.
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Nella moderna ed elegante sala conferenze dell’Ara Pacis a Roma, si è svolta il 23 febbraio 2018 la conferenza stampa sulla Biennale di Venezia Danza Musica Teatro.
Paolo Baratta, storico Presidente della manifestazione, apre la nuova edizione esponendo l’obiettivo principale al cuore della rassegna di quest’anno: l’abbattimento dei confini. Oggi i confini sono un tema caldo. Tanto quelli culturali, quanto quelli artistici e psichici, ci ricordano quanto sia importante dare rilievo e promuovere una cultura osmotica, che, nel caso della Biennale, si nutra del potere catartico delle arti per riuscire ad alleggerire gli spazi divisori. Questa osmosi si traduce nel rapporto tra le arti sceniche di cui parla Baratta, e nel “desiderio di esplorare i confini e ridurli, fino a non considerarli più tali”. Tra e all’interno delle stesse discipline si aprono dunque le strade della contaminazione e del dialogo inter-artistico: nuove declinazioni del suono, estensioni percettive, e movimenti dalle linee innovative.
La Biennale di Venezia nasce nel lontano 1895 dall’idea di un gruppo di intellettuali veneziani guidati dal sindaco Riccardo Selvatico, che proposero di istituire un’esposizione artistica nazionale a cadenza biennale. Nata in seguito come Rassegna Internazionale d’Arte Contemporanea, si è evoluta con il passare degli anni sino ad abbracciare le più svariate arti e discipline, diventando una vera e propria Istituzione Culturale con l’apertura delle sezioni Musica (1930), e Cinema (1932), il primo Festival cinematografico mai esistito: La Mostra del Cinema, e poi ancora con Teatro (1934), Architettura (1980), e Danza (1999).
Il programma 2018
Nella sezione Musica del 62° Festival Internazionale di Musica Contemporanea (dal 28 settembre al 30 ottobre), intitolato Crossing the Atlantic, il direttore Ivan Fedele auspica a “una dilatazione del campo d’indagine” che diversifichi gli stili della musica di scrittura e abbracci diversi generi (jazz, live-set, pop), sempre con l’obiettivo di una attuale “interpretazione del concetto di contemporaneità”. Il nucleo centrale del Festival viene posto da Fedele nella relazione tra Europa e Oltreoceano, e nel varcare il confine tra vecchio continente e Oceano Atlantico, proponendo un’analisi delle influenze, accettazioni, e resistenze musicali che intercorrono tra i due continenti, e focalizzandosi sulla musica delle Americhe.
Il Leone d’Oro alla carriera viene assegnato proprio a un americano, il musicista Keith Jarrett, e il Leone d’Argento al franco-argentino Sebastian Rivas, che verrà premiato il 6 ottobre e performerà “Aliados”, opera incentrata sui personaggi storici Margaret Thatcher e Augusto Pinochet. Il Festival vedrà inoltre l’esecuzione delle musiche di Astor Piazzolla, che ha sperimentato e interpretato il genere da ballo del tango, e la partecipazione di Victor Wooten, innovatore nella tecnica del basso.
Secondo il direttore Paolo Baratta, Ivan Fedele, alla direzione della sezione Musica, “ha dischiuso la Biennale dal contesto post-avanguardista portandolo al rigore della scoperta delle qualità artistiche”. Lo stesso Ivan Fedele, nel suo intervento, sottolinea che “i giovani continuano ad applicarsi nelle arti, segno che la creatività non si piega alle contingenze”.
La sezione Teatro, con il 46° Festival Internazionale del Teatro (dal 20 luglio al 5 agosto), di cui parla il direttore Antonio Latella, quest’anno analizzerà il confine tra attore e performer: Dove finisce l’uno e inizia l’altro? Quale possiamo considerare attore e quale performer?
Latella inizia il suo discorso parlando, visibilmente emozionato, della sua dislessia: “Da dislessico credo nella parola come infinito, nel teatro di parola e in quello che non ha la parola. Senza l’attore e performer non si può fare teatro.”
Tra un’opera di teatro danza e un monologo, gli orizzonti artistici percorribili dall’artista sono molto vasti, ed osservarli fondersi è un modo per rinnovare ed alimentare la meraviglia di fronte alla potenza espressiva delle arti. La performance si è fatta strada negli ultimi anni come una sovversione della tradizione nel campo delle arti visive, e il suo aspetto sfumato da diversi stili e supportato da tecniche differenti non può più essere ignorato. Da qui l’idea di Latella di portare in scena questo confine e svilupparlo, analizzando “dove si trova e soprattutto se esiste ancora la distinzione tra performer e attore”. Questa idea vede la partecipazione di numerose compagnie e artisti tra i quali la compagnia Kronoteatro, Gisele Vienne, la coppia Antonio Rezza e Flavia Mastrella (Leoni d’Oro alla carriera), e Giuseppe Stellato.
Vi è infine la sezione Danza, con il 12° Festival Internazionale di Danza Contemporanea (Dal 22 giugno all’1 luglio), diretto da Marie Chouinard, che introduce il suo intervento alla conferenza stampa con il supporto di un suggestivo video di danzatori. Per la Chouinard la danza non è mero estetismo, ma nutrimento per la psiche, e arte che induce alla riflessione sulla condizione umana. Ed è proprio a partire da questa condizione che la direttrice artistica parla del tema principale di questa edizione, la “respirazione come sovversione e strategia”, declinando un coinvolgente discorso sul respiro e sulla traduzione del corpo in movimento consapevole, eterno, e comunicante.
Il secondo tema è invece attinente alla nuova apertura ai coreografi: “creazione coreografica e interpretazione: due poli indivisibili che si nutrono a vicenda”.
Tra i partecipanti al Festival della Danza troviamo quest’anno Meg Stuart, Leone d’Oro alla carriera, con la prima italiana di “Built to Last”, Marlene Monteiro Freitas, Leone d’Argento, con “Bacchae – Prelude to a Purge”, i danzatori del Cullbergbaletten con “Figure a Sea”, Laurie Anderson, il flamenco contemporaneo di Israel Galván con “FLA.CO.MEN”, e la prima italiana di “To come (Extended)” della danese Mette Ingvartsen.
Qui di seguito riportiamo una parte del discorso tenuto da Marie Chouinard in conferenza stampa:
Respirare, una strategia e una sovversione
ALL’INIZIO
Miliardi di anni fa, l’atmosfera terrestre non conteneva ancora ossigeno, ma alcuni organismi iniziarono a secernere una sostanza tossica che rivoluzionerà la storia del pianeta: l’ossigeno. Questa sostanza inizia ad accumularsi inesorabilmente e il mondo vivente si ritrova a far fronte ad una crisi ecologica: una prima grande estinzione.
Sopravvivono i cianobatteri, che approfittano della nuova condizione ambientale: questi assorbono l’ossigeno e lo digeriscono. Il loro sviluppo è folgorante e porta all’esplosione cambriana: un’orgia di declinazioni viventi, un’abbondanza di diversità che, con l’evolvere della specie, con la lunga successione di contingenze e di casualità, di necessità e aspirazioni, porta a noi esseri umani.
Nella Genesi, la divinità onnipotente infonde la vita al limo, tramite la sua esalazione, fino a creare la prima donna e il primo uomo.
Cio che è rifiuto per gli uni è nutrimento per gli altri. La creazione dell’uno è ispirazione per l’altro.
I LAVORI
Oltre al corpo, lo strumento di lavoro della coreografa è uno spazio vuoto, silenzioso, dotato di un pavimento in legno e delle finestre che lasciano entrare l’aria. Un luogo sacro dove poter respirare e vivere con il proprio corpo.
Prima il silenzio, poi il soffio e le sue modulazioni, il pensiero del corpo che trova il suo proprio ritmo, i suoi arabeschi.
Sola in questo spazio, passando ore ad esplorare i gesti, a sentire in che modo una semplice variazione di posizione della colonna vertebrale, del polso, del collo, modifichi la percezione del mondo e del tempo; ogni posizione del corpo apre l’accesso ad un nuovo mondo e costituisce una chiave verso uno stato dell’essere insospettabile.
Una particolare qualità del respiro riporta a ricordi ancestrali; uno stato interiore detta le posizioni del corpo, e genera un nuovo stato psichico, che a sua volta agisce sul corpo e lo rimodula.
Questa dialettica, questo incantesimo, questa Storia.
Fare un disegno per conservare la traccia di una postura fisica, di una chiave verso un certo stato dell’essere; i disegni si accumulano come chiavi in un mazzo per il lungo viaggio coreografico.
Creare nell’assoluto silenzio; per ascoltare il corpo, il ritmo del respiro. Non rinchiudere il respiro in una struttura prestabilita dalla musica.
Il respiro, una sovversione e una strategia per l’atto della creazione
Movimenti di espansione e di contrazione
per attirare regolarmente a se
quello che è fuori,
assimilare quello che è stato assorbito
creando cosi un nuovo oggetto da portare all’esterno
La stella lo fa.
La vita lo fa.
L’essere umano lo fa.
Ascoltare il respiro del mondo,
ascoltare il proprio respiro,
poi costruire qualcosa d’inedito
che ci orienta verso il silenzio,
quello che brulica di possibilità,
che abbonda di presenza,
che è lo sfondo dell’esistenza.
Creare partendo dal vuoto, partendo da una disposizione interiore pacata, profonda e indefinibile.
Per stabilire questa disposizione, si deve effettuare un lavoro delicato di riorganizzazione di se stessi, di rimozione. Porsi diversamente nei confronti del mondo. Non volere niente. Inspirare, espirare.
Poi, un’improvvisa cascata, folgorazione dell’azione!
Marie, 2018 –
L’intera manifestazione si terrà dal 22 giugno al 7 ottobre 2018, e vedrà partecipare una folta schiera di artisti. Potete trovare il programma completo della Biennale Danza Musica Teatro qui.
Il Leone d’Oro alla carriera per la Musica quest’anno è stato assegnato a Keith Jarrett (1945, Allentown – USA), pianista e compositore con una formazione ad ampio spettro, che ha saputo spaziare dalla musica jazz alla musica classica, vendendo 4 milioni di dischi con il suo celebre Köln Concert.
L’originale scelta di Keith Jarrett si ascrive all’interno del riconoscimento della dignità della musica jazz. Anche l’esibizione solo piano performance che vedrà protagonista Jarrett “The Yellow Shark” di Frank Zappa, strizza l’occhio allo spirito moderno, attraverso lo stile rock sperimentale di Zappa chitarrista.
“Campione inarrivabile di una musica che nasce dal piacere fisico del suonare e che trova la sua realizzazione nella performance di fronte al pubblico, Keith Jarrett è il destinatario del riconoscimento istituzionale alla carriera e al 62° Festival regala una delle sue leggendarie improvvisazioni soliste al pianoforte che lo hanno reso celebre e popolarissimo in tutto il mondo.” (Da Comunicato Stampa).
I College e la formazione
La sezione Biennale Danza Musica Teatro (DMT), non solo porta in scena le più prestigiose arti figurative, ma attraverso i suoi College, ha lo scopo di aiutare i giovani artisti ad avere importanti opportunità di crescita e scambio all’interno della micro comunità che vive e produce arte in rassegna. La relazione tra il Festival e i College permette dunque alla Biennale di svolgere un importante ruolo formativo per i giovani artisti che desiderano far emergere il proprio talento.
Per quanto riguarda la sezione Musica, il progetto Biennale College – Musica, prevede un bando riguardante il teatro musicale, pensato per giovani compositori e librettisti under 35. Le candidature sono state aperte dal 22 gennaio al 12 febbraio 2018 secondo le seguenti modalità.
Per la sezione Biennale College – Teatro, il bando è rivolto ad autori italiani under 40, e il progetto si svilupperà nell’arco di tre anni. Le candidature sono aperte fino al 15 marzo 2018 secondo le seguenti modalità.
Per la sezione Biennale College – Danza, invece, ci sono due class: il progetto danzatori, e il progetto coreografi, con la nascita quindi del nuovo College Choreography. Le candidature si sono chiuse il 25 gennaio 2018.
Tra le novità di quest’anno segnaliamo l’accredito “spettatori in residenza”, un ‘biglietto speciale’ pensato per coinvolgere maggiormente il pubblico nell’atmosfera della Biennale: uno straordinario viaggio con il supporto di un tutor che guiderà lo spettatore tra gli eventi, e gli permetterà di interagire con gli artisti per poter vivere appieno l’esperienza di Biennale Danza Musica Teatro come comunità di scambio.
Attivo da quest’anno inoltre il bando “scrivere in residenza”, che permetterà a tre laureati under 30 di essere guidati da un direttore e da un tutor di ciascun settore, attraverso l’Archivio Storico della Biennale. “Offriremo ospitalità per un periodo di due mesi” – dicono i direttori – “i lavori di ricerca di questi giovani verranno presentati, e una volta scelti, diventeranno pubblicazioni”.
Un evento, quello della Biennale di Venezia Danza Musica Teatro, assolutamente capillare e vivo, in cui arte, artisti, e pubblico alimentano il sacro fuoco della creatività umana.
“Il mio museo deve essere come una centrale elettrica. Deve produrre energia.” (P. Baratta)
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::autore_::di Giacomo Sorrentino::/autore_:: ::cck::2502::/cck::