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Nelle terre silenziose e solenni del Po, i ristoratori che fanno parte dell’Unione del Buon Ricordo nata 54 anni fa, si sono riuniti di recente, in occasione del cinquantesimo compleanno di uno di loro, per celebrare il cammino fatto e per rafforzare l’impegno a mantenere fede ai principi di una alimentazione fatta di semplicità ma anche di ricercatezza.
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Nelle terre silenziose e solenni che fanno da cornice alle anse del Po, terre difficili dove la saggezza contadina ha combattuto per governare l’ingombrante e minaccioso vicino, ma anche la fonte della sopravvivenza e della vita, i ristoratori che fanno parte dell’Unione del Buon Ricordo nata 54 anni fa, si sono riuniti di recente, in occasione del cinquantesimo compleanno di uno di loro, per celebrare il cammino fatto e per rafforzare l’impegno a mantenere fede ai principi di una alimentazione fatta di semplicità ma anche di ricercatezza, saldamente ancorata alla terra e a luoghi, costumi, usanze e tradizioni. Una storia non certo minore, un tessuto storico che oggi assume i contorni dell’eccellenza nazionale ed internazionale.
Il luogo, quello conosciuto come Antica Corte Pallavicina, a Polesine Parmense, carico di storia e nobiltà dei secoli passati, ma anche di lavoro di braccianti e contadini. Con questa eco oltre trenta ristoratori, in rappresentanza degli oltre cento associati, hanno colto l’occasione per festeggiare il mezzo secolo di appartenenza all’Unione della famiglia Spigaroli che ha trasformato luogo e strutture in uno dei più rinomati e apprezzati ristoranti italiani a buona ragione definiti “templi” del buon cibo e della ospitalità delle nostre terre.
Per partecipare a questo evento storico, occasione anche per il passaggio delle consegne al vertice dell’Unione, accolti da Luciano e Massimo Spigaroli, sono arrivati da ogni provincia da nord a sud mostrando il vero volto del Buon Ricordo, quello della condivisione di un obiettivo che tutti accomuna e che non divide se non per le specificità e specialità di ognuno legate alle terre di provenienza. Da Verona, a Padova, da Treviso a Macerata, da Pisa a Perugia, da Milano e Varese a Udine. Da Genova a Napoli, alla Costiera Amalfitana. Grande solidarietà per la presenza dei ristoratori di Norcia e della zone terremotate del centro Italia, un segnale di vicinanza per quelle terre che devono e vogliono rinascere conservando intatte al massimo grado, tradizioni storiche, culturali e agroalimentari.
Una giornata dedicata alle prelibatezze della cucina italiana conclusa da una cena di gala interpretata da cinque dei ristoratori presenti e suggellata da una foto ricordo a forma di piatto, l’emblema distintivo dell’Unione e di tutti i ristoranti che ne fanno parte che lo interpretano legandolo ai loro luoghi.
Accanto all’evento, come abbiamo detto, il cambio della guardia alla guida dell’associazione con un nuovo direttivo presieduto da Cesare Carbone del Ristorante Manuelina di Recco (GE), che sarà affiancato nel mandato dalla Vicepresidente Giovanna Guidetti dell’Osteria La Fefa di Finale Emilia (MO), prima donna chef a ricoprire questo ruolo e segretario generale operativo Luciano Spigaroli, coadiuvati dagli altri otto componenti dell’organismo.
“Siamo consapevoli dell’importanza dell’Unione Ristoranti Buon Ricordo per la gastronomia italiana: è stata la prima associazione fra ristoratori nata in Italia, nel lontano 1964, e ha fatto veramente la storia della nostra ristorazione di qualità, difendendo e valorizzando – quando non era assolutamente di moda e non si aveva la consapevolezza del loro grande valore gastronomico e culturale – le peculiarità delle tante e diverse cucine della penisola, che rischiavano di diventare marginali, se non addirittura a volte scomparire” le parole non di circostanza del neo presidente che ha poi sottolineato “siamo però anche consci che il mondo della ristorazione in questi anni è radicalmente cambiato, e sta cambiando significativamente anche ora: stiamo perciò già lavorando attorno a nuovi spunti che ci permettano di intercettare tendenze e richieste del mercato, per continuare ad essere interpreti della migliore cucina di qualità e dell’accoglienza Made in Italy e dare al Buon Ricordo una veste contemporanea. Il tutto, rinsaldando sempre di più quel forte legame di amicizia che ci lega: siamo un gruppo di amici con lavorano insieme, con filosofia e obbiettivi comuni.” Molti i progetti allo studio, alcuni vicini alla partenza, e l’obiettivo di rafforzare la presenza dell’Unione agli eventi dedicati alla enogastranomia,ma soprattutto l’attivazioni di partnership di rilievo e il rilancio dell’associazione all’estero, proprio per valorizzare il meglio della più autentica e rigorosa cucina italiana oltre confine. Spesso immaginata più che praticata e che ha bisogno di testimoni consapevoli ed attivi che ne preservino autenticità, specificità e qualità, le parole d’ordine e il mantra che sta alla base dell’idea e della volontà di unirsi che diede vita al sodalizio in decenni dove la versione gourmet della nostra cucina era lontana da venire.
Una unione che ha permesso di mantenere, conservare, incentivare ed ora sviluppare a tutto campo quanto di meglio le tradizioni italiane sanno fornire nel buon vivere, nel buon mangiare, nel buon bere. In sostanza quel modello italiano di vita che tutti ci invidiano e che a volte abbiamo rischiato di annacquare, massificare inseguendo finalità che nulla hanno a che fare con esso. Quindi cultori, testimoni e difensori del meglio che il nostro paese sa offrire. Compito non facile dovendosi districare tra normative nazionali e soprattutto europee o internazionali che a volte sembrano concepite apposta per sacrificare e togliere significato al nostro specifico.
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::autore_::di Roberto Mostarda::/autore_:: ::cck::2635::/cck::