Cultura

L’arte, patrimonio dell’intera comunità

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Il MarteS, Museo d’Arte Sorlini, istituito nel 2017 è stato aperto al pubblico lo scorso 31 marzo e contiene al suo interno più di 180 opere del Seicento e Settecento, come Tiepolo, Canaletto, Molinari e molti altri. 

 

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Nel passato, al tempo dei mecenati, illuminati signori favorivano le menti e le arti più promettenti attraverso il sostegno finanziario e logistico. Così accanto alle botteghe dei gradi artisti si sviluppavano vere e proprie scuole nelle quali si formarono i più grandi geni della pittura, della scultura, dell’architettura. Un sistema che nel nostro Paese ha prodotto quella stagione irripetibile per le vette raggiunte che va sotto il nome di Rinascimento con il bagaglio del Medioevo e lo sguardo rivolto al futuro. Un periodo che ha informato di sé e ancora informa la vita artistica e culturale.

Quello di cui vogliamo parlare è però un fenomeno diverso: quello nel quale la passione per l’arte, unita alla capacità imprenditoriale e, naturalmente, alla disponibilità finanziaria, può produrre una ricchezza e un patrimonio culturale ed artistico che va oltre il suo artefice e diviene eredità per tutti, oggi usa dire heritage.

E’ questa la storia e la parabola di Luciano Sorlini (1925-2015) importante imprenditore bresciano la cui famiglia, originaria della Valcamonica, si specializzò sin dall’Ottocento nel settore della lavorazione dei metalli. Con il trasferimento nella città di Brescia, i Sorlini diversificarono i propri interessi e Luciano aprì nel 1960 il proprio stabilimento a Calvagese  della Riviera (nell’immediato entroterra del Garda), paese che ben presto scelse come sua principale residenza e dove acquistò nel 1988 un palazzo seicentesco. Quel palazzo è oggi divenuto sede di un importante Museo a lui dedicato e nel quale sono racchiusi quasi tutti i dipinti e gli oggetti artistici da lui acquistati nel corso della vita prima per passione, qualche volta per interesse, sempre con la convinzione di circondarsi di arte e bellezza.

Logo Martes - Museo d'Arte Sorlini

Arte e bellezza che lo circondavano anche nel palazzo sul Canal  Grande, già dimora della famiglia Grimani e nel Castello di Montegalda vicentina. A questi beni i suoi eredi, i figli Cinzia, Silvia e Stefano e i nipoti hanno voluto dare un senso compiuto nella Fondazione a suo nome – istituita con lui stesso  nel 2000 – e riconosciuta dallo Stato, con il compito di creare un luogo da aprirsi al pubblico in grado di conservare, valorizzare e condividere le opere raccolte con interesse e passione. Questo, l’atto di nascita nel palazzo di Calvagese, del MarteS,  Museo d’Arte Sorlini, istituito nel 2017 e aperto al pubblico dallo scorso 31 marzo. Una collezione  di 154 opere scelte personalmente e con l’ausilio di esperti e critici tra i quali Egidio Martini (1919-2011), studioso di pittura veneziana del Settecento, restauratore, collezionista lui stesso.

Giandomenico Tiepolo, Cristo e la samaritana

Al MarteS, in realtà, sono esposte oltre 180 opere. A quelle iniziali se ne affiancano altre che gli eredi hanno deciso di depositare nel Museo nell’ambito del ruolo della Fondazione. Punto di riferimento, di scelta e di predilezione il Settecento veneziano. Oltre ai grandi nomi come Tiepolo,  Ricci,  Guardi,  Canaletto, pittori meno noti, ma fondamentali per la comprensione complessiva delle arti figurative della Serenissima: Pittoni, Diziani, Molinari, Bellucci, Fontebasso e molti altri. Quindi la pittura del Settecento veneziano e soprattutto la pittura di figura: gioiose scene mitologiche, episodi tratti dal Vecchio Testamento. Totalmente assente la natura morta, non numerosi i ritratti, ai Vedutisti preferì il paesaggio in senso lato.

Non mancano però opere di alto rilievo anche se lontane dal gusto personale, come la Madonna di Giovanni Bellini (Venezia 1430-1516) o il ciclo di 6 grandi teleri di Gianantonio Guardi (Vienna 1699-Venezia 1760) raffiguranti le Storie di Giuseppe ebreo, già arredo di Palazzo Grassi, poi di proprietà del principe Lutormirski. L’edificio in cui ha sede il MarteS è un tipico palazzo bresciano seicentesco, caratterizzato da un massiccio corpo di fabbrica il cui accesso permette di comprendere la natura di un ben più articolato e ampio complesso architettonico. Il percorso espositivo prevede l’organizzazione delle 183 opere per “gruppi tematici” ospitati in 14 ambienti, nell’intento non solo di poter presentare al pubblico i dipinti, ma anche di poter “raccontare” l’evoluzione della collezione.

(Per informazioni il sito è www.museomartes.com).

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::autore_::di Roberto Mostarda::/autore_:: ::cck::2647::/cck::

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