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Un museo volante

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Si potrebbe pensare di trovarsi nell’atmosfera avventurosa e ironica del film “Quei temerari sulle macchine volanti” del 1965…

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Si potrebbe pensare di trovarsi nell’atmosfera avventurosa e ironica del film “Quei temerari sulle macchine volanti” del 1965, nel quale si vedevano alzarsi in volo aerei dei primi decenni del secolo scorso. A guardarli a terra, ci si accorge di qualche passo in avanti, ma siamo negli anni quaranta e sino ai primi cinquanta.

Parliamo del Museo volante, titolo dell’affascinante e inconsueto raduno per appassionati e curiosi del volo, che si è svolto domenica scorsa all’aviosuperficie di San Martino a Ceresara (Mantova). Un vero proprio museo volante dato che vi hanno preso parte rari e preziosi aerei storiciche si sono librati in volo sopra il campo. Tra i velivoli presenti quelli che furono di proprietà dell’imprenditore bresciano Luciano Sorlini appassionato di volo ed altri di notevole interesse storico di proprietà della figlia Silvia e del marito Giovanni Marchi, organizzatori dell’evento, accanto a quelli dei soci del sodalizio HAG, Historical Aircraft Group.

Il raduno, giunto alla sua terza edizione, posto sotto l’egida del Comune di Ceresara, della Luciano Sorlini spa e si è avvalso della collaborazione dell’Historical Aircraft Group. Tutti gli aerei erano e sono perfettamente funzionanti, prima allineati sulla pista e poi in volo per l’intera giornata, sino al tramonto, non potendo contare sul volo strumentale. Per il pubblico intervenuto visite guidate, durante le quali gli stessi piloti e proprietari hanno svelato storie, raccontato aneddoti e rivelato segreti dei veicoli.

Il nucleo principale degli aerei intervenuti appartengono alla collezione creata da Luciano Sorlini, che sin da ragazzo si avvicinò al mondo del volo partecipando ai corsi di aeromodellismo tenuti dalla R.U.N.A (Reale Unione Nazionale Aeronautica) costruendo quindi svariati aeromodelli. Conseguì il Brevetto di Volo nel 1952 e nel 1956 ottenne, primo pilota civile non professionista in Italia, l’abilitazione al volo strumentale (questo tipo di abilitazione consente, su aerei opportunamente strumentati, di volare in assenza di visibilità). Partecipò anche a numerose gare aeree tra le quali il Giro Aereo di Lombardia, l’Esaveneto e il Giro di Sicilia qualificandosi sempre tra i primi. Molti furono gli aerei da lui pilotati nel corso degli anni, tra cui parecchi aerei storici. Il suo primo aereo fu il “Macchino”, ovvero il Macchi MB308, a cui seguì un Saab Safir 91C svedese (presente nella collezione), aereo all’avanguardia per l’epoca. Nel 1980 acquistò un Beechcraft Bonanza (presente nella collezione) ed iniziò ad appassionarsi al restauro degli aerei storici.

Attualmente i velivoli, dislocati nelle aviorimesse di Ceresara (Mn) e Calvagese della Riviera (Bs), sono di proprietà della figlia Silvia che, insieme al marito Giovanni Marchi, li mantiene volanti e incrementa costantemente la collezione che conta, tra gli altri: P51 Mustang Lil Margaret, Aermacchi MB 308, Avia FL 3, Fiat G46, Harvard MK4, Piper L4, Saab Safir 91C.

Qualche informazione specifica su ognuno di essi.

Il Beech A36TC “Bonanza” marche D-ETSG viene considerato la Rolls Royce dei monomotori. Fu messo in produzione nel 1945. A quell’epoca c’era la necessità negli Stati Uniti d’America di disporre di aerei per mantenere l’idoneità al volo di migliaia di piloti formati durante la II Guerra Mondiale; fu allora che la Beechcraft mise in produzione il model 35 a quattro posti al quale seguì negli anni ’70 il model 36 a sei posti. Monta un motore Continental TSIO-520 turbocompresso da 300 hp, con una velocità di crociera intorno ai 300 km/h e un’autonomia di 1.131 miglia nautiche pari a 1.822 km). Il velivolo è abilitato al volo strumentale.

Il Fiat G46-4B marche I-AEKA. Fu sviluppato dall’ing, Faraggiana con la supervisione dell’ing. Gabrielli nell’immediato dopoguerra e fu prodotto nelle varianti mono e biposto. Fu prodotto in 225 esemplari e fece il suo primo volo nell’autunno del 1947 con il pilota collaudatore Vittore Catella. E’ essenzialmente un aereo da addestramento e fu venduto in Argentina, in Siria ed in Austria con diverse motorizzazioni. Naturalmente anche l’Aeronautica Militare Italiana ne acquistò parecchi esemplari e, a partire dal 1958, una cinquantina di esemplari furono progressivamente ceduti agli Aero Club.  Quando esaurirono le ore di volo vennero radiati e demoliti in quanto troppo onerosi da gestire e mantenere.

L’esemplare della collezione fu acquistato da un produttore di macchine agricole che lo teneva esposto alle intemperie nel piazzale antistante lo stabilimento.

Ha una struttura in alluminio e monta un motore Alfa Romeo 115 Ter da 225 hp

 Con velocità di crociera di 270 Km/h e un’autonomia  di 620 miglia nautiche, ossia 1.000 km).

Parliamo poi del Harvard IV marche I-HRVD. Apparecchi prodotti a partire dal 1938 in oltre 16.500 esemplari in svariate versioni. Inizialmente ci fu la versione BT-9 basic trainer per arrivare dopo numerose modifiche alla versione AT-6 advanced trainer. E’stato l’addestratore più diffuso al mondo tanto da essere anche soprannominato The pilot maker e preparava gli allievi per macchine quali i P-40, i P-47 ed i P-51. In Italia fu in servizio presso l’Aeronautica Militare dal 1948 al 1980 in 250 esemplari in diversi modelli. Lo specifico esemplare presente al raduno  fu prodotto nel 1954 dalla Canadian Car su licenza North American e fu radiato dall’Aeronautica Militare negli anni ’80. Ha una struttura in alluminio e monta un motore radiale Pratt & Whitney R-1340 PC1 a nove cilindri che sviluppa una potenza di 600 hp, con velocità di crociera di 290 Km/h, e un’autonomia  di 1.175 Km).

L’Avia FL3 marche I-AVIG, fu prodotto per conto di Francis Lombardi che lo collaudò nell’autunno del 1938 e risultò vincitore di un concorso ministeriale per un addestratore ultraeconomico. Costruito interamente in legno e rivestito in compensato e tela, montava un motore CNA da 60 hp. Fu però praticamente rifiutato dagli istruttori militari perché considerato troppo facile e poco formativo seppure con eccellenti caratteristiche di volo. Fu pertanto accantonato od utilizzato come aereo da collegamento per tutta la durata della Seconda Guerra Mondiale. Dopo l’8 settembre la Luftwaffe ne impiegò con profitto almeno 250 esemplari.

Nel dopoguerra l’AVIA di Vercelli ne produsse una cinquantina dotandoli di motore Continental da 65 oppure 85 hp che, uniti ai precedenti sopravvissuti costituirono la base della rinascita dell’aviazione civile in Italia. In totale sono stati prodotti circa 400 unità. L’esemplare della collezione fu acquistato dall’Aero Club Venezia. Il numero di costruzione è 1/A del 1946 con Certificato di Immatricolazione civile n° 3014 rilasciato il 30 luglio 1946: e questa data è stata ufficialmente assegnata quale prima immatricolazione civile post bellica. Dalle punzonature del Genio Aeronautico riportate sulla totalità delle parti metalliche si evince che la costruzione risale a commessa militare di epoca precedente. Si può quindi farla risalire alla data del 15 febbraio1941 riportata sul motore CNA D4. Velocità di crociera di 145 Km/h e autonomia  di 597 Km.

Proseguiamo con il Saab 91C Safir marche I-LUXI. E’ un aereo da addestramento con possibilità di portare una barella, fu costruito dalla svedese Saab e su licenza anche dall’olandese De Shelde su specifiche militari; fu realizzato complessivamente in 323 esemplari in varie configurazioni e venne impiegato in ruoli sia militari che civili in una ventina di paesi. Fu portato in volo per la prima volta il 20 novembre 1945 mentre l’ultimo esemplare fu prodotto nel luglio 1966. Nel 1953 venne realizzata la terza versione, presente al raduno, caratterizzata dalla cabina quadriposto, serbatoi alari e dotata di un motore Lycoming O-435-A da 185 hp.

E’adatto al volo acrobatico. Velocità di crociera 240 Km/h, autonomia 1075 Km.

Il Piper L-4H marche I-PIPA. E’ la versione militare del Piper J3 Cub (Cucciolo) dal quale si differenzia soltanto per la finestratura maggiorata necessaria in quanto veniva utilizzato soprattutto come ricognitore e per l’aggiustamento al tiro dell’artiglieria sui campi di battaglia. Il suo primo volo fu nel 1937 e alla fine del 1941 ne erano stati costruiti più di 10.000 esemplari. Nel 1949 nascerà il modello PA 18 Super Cub.

Velocità di crociera 120 Km/h, autonomia 416 Km.

Aeronautica Macchi MB 308 marche I-BIOH. Costruito dall’Aeronautica Macchi negli anni ’40 su progetto dell’ing. Bazzocchi, ha una struttura in legno e tela, elegantissima ala a sbalzo così come gli impennaggi di forma ogivale. Fu il primo aereo italiano a montare un carrello triciclo ed un volantino al posto della tradizionale cloche. Il prototipo fu equipaggiato con un motore CNA D4 da 60 hp mentre per i successivi esemplari destinati al mercato civile furono disponibili motorizzazioni Continental da 65, 85 oppure 90 hp. Per il mercato militare fu utilizzato il Continental C85. Ne furono prodotti 120 esemplari. E’ stato aereo privato ed aereo scuola negli Aero Club nazionali per oltre 25 anni e fu prodotto anche in versione idrovolante con motore da 90 hp. Fu il primo aereo acquisito da Luciano Sorlini, con marche I-LUGI. Velocità 164 Km/h autonomia 640 Km.

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::autore_::di Roberto Mostarda::/autore_:: ::cck::2670::/cck::

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