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Grecia: la fine dell’austerity

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Tra circa un mese scadrà il programma di tutela economica Greco la cosiddetta Troika, una sorta di Triumvirato composto dal Fondo Monetario Internazionale, dalla Banca Centrale Europea e dalla Commissione Europea

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Partiamo per la Grecia alla ricerca delle sue meraviglie storiche e naturalistiche. Ma non solo. Tra circa un mese, il prossimo 20 agosto, scadrà il programma di tutela economica del paese che, dal 2010, è stato messo in campo dalla cosiddetta Troika, una sorta di Triumvirato composto dal Fondo Monetario Internazionale, dalla Banca Centrale Europea e dalla Commissione Europea. Un piano di salvataggio, elargito in tre tranche di prestiti, dell’ammontare complessivo di 273 miliardi di euro, che ha consentito al paese di evitare il default. In cambio la Grecia ha dovuto adottare politiche di austerità che hanno determinato una drammatica crisi sociale, che si è abbattuta sulla classe media e sulle fasce più povere della nazione.

In particolare pensionati e dipendenti pubblici hanno dovuto pagare un prezzo altissimo. I salari e le pensioni sono stati pesantemente ridimensionati, comportando una drastica contrazione della qualità della vita. E poi il capitolo delle privatizzazioni delle principali aziende pubbliche. Particolarmente significative quella del porto del Pireo, finito nelle mani dell’impresa cinese Cosco e della rete di 14 aeroporti regionali, acquistata dai tedeschi di Fraport. Cosa aspettarci dunque? Un paese piagato, lacerato, sull’orlo di una crisi di nervi? Una nazione che, anche a causa dei flussi di migranti provenienti dalla vicina Turchia, è alle prese con l’andata di populismo che ha contagiato altri paesi europei, compreso il nostro? Niente di tutto questo invece, perlomeno nella permanenza nell’isola di Lefkada, nell’arcipelago delle Ioniche, prima tappa del nostro viaggio. Amici greci ci avvisano però che nelle piccole isole la crisi si è avvertita molto meno, in virtù del costante afflusso di turisti durante il periodo estivo, che hanno garantito all’economia locale una contrazione limitata del tenore di vita degli abitanti. Anzi molti stranieri, in questi ultimi anni, hanno deciso di trasferirsi da queste parti, potendo contare su prezzi convenienti, soprattutto per quanto riguarda il costo delle abitazioni e sulle amenità locali, da sempre vanto del paese. Dopo qualche giorno passato a rilassarci sulle spiagge, mangiando in deliziosi ristorantini a prezzi veramente irrisori per i nostri standard italiani (5 euro a pranzo e 10 a cena), decidiamo di recarci nella principale città della regione: Patrasso che, con i suoi 200mila abitanti è la terza metropoli della Grecia, dopo Atene e Salonicco. È nei grandi centri urbani infatti, ci dicono sempre i nostri consiglieri locali, che la crisi si è percepita in maniera più marcata. Affittiamo dunque una macchina e, dopo poco più di due ore di viaggio, arriviamo nella città sul golfo di Corinto. La prima cosa che notiamo è il grande ponte Rion Antirion, la più lunga infrastruttura del genere al mondo, con i suoi 64 metri di altezza sul livello del mare. Poi ci inoltriamo nel centro e passeggiamo lungo le vie pedonali prima di salire nella città alta. Ebbene, anche qui la prima cosa che ci colpisce è la pulizia delle strade e la cordialità delle persone, sempre in vena di un buon consiglio su dove andare a mangiare, bere o visitare un sito archeologico. Nessun segno di depressione, rabbia, frustrazione. Chissà, sarà la lunga e travagliata storia del paese, che consente agli abitanti di contestualizzare meglio i momenti di difficoltà, saranno le abbondanti dosi di Ouzo, un delizioso distillato dal gusto di anice, immancabile presenza sui tavolini dei bar e delle taverne, ma a noi sembra che la Grecia sia un paese felice e che, in questo travagliato periodo storico, abbia ancora tanto da insegnare alla nostra malandata Europa

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::autore_::Diego Grazioli::/autore_:: ::cck::2740::/cck::

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