La parola

Competenza

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Sembra essere tra le parole più pronunciate di sempre in questi tempi confusi quasi ad esorcizzarne la scarsità o l’assenza. Parliamo di competenza. Il vocabolo viene dal latino e deriva dal verbo competere che già ne pone in essere un tratto distintivo, la natura di rapporto di produttivo confronto con l’altro alle ricerca del miglior risultato generale.

L’essere competente dunque identifica l’idoneità e l’autorità di trattare, giudicare, risolvere determinate questioni. In particolare nel diritto processuale, si intende la giurisdizione attribuita a ciascun ufficio giudiziario per materia, determinata in base all’oggetto della controversia nel giudizio civile e in base all’indole e alla gravità del reato o della pena prevista nel processo penale; per valore, nel processo civile, determinata dall’entità economica della controversia (criterio applicabile solo alle controversie suscettibili di valutazione pecuniaria); per territorio, stabilita, nel processo civile, in ragione della relazione sussistente tra il convenuto e l’oggetto della lite con un determinato luogo, o altrimenti determinata, e, nel processo penale, regolata principalmente dal criterio del luogo dov’è stato commesso il reato.

Nel diritto amministrativo, e’ complesso delle attribuzioni degli organi dello stato e delle persone giuridiche pubbliche in genere, ripartite in considerazione della materia, del grado dei funzionarî, delle parti del territorio su cui l’ente deve svolgere la propria azione.

Competenza individua anche la capacità, per cultura o esperienza, di parlare, discutere, esprimere giudizî su determinati argomenti. Nella linguistica generativa trasformazionale, per traduzione dell’inglese competence, l’insieme delle conoscenze linguistiche, e più particolarm. grammaticali, che un soggetto parlante possiede, più o meno inconsciamente, della propria lingua, e che gli permette di comprendere e formare un numero indefinito di nuove frasi, di riconoscere ed eventualmente interpretare quelle mal formate o ambigue; si oppone, sempre in inglese a performance, cioè l’uso effettivo della lingua da parte del parlante, termine a volte tradotto con esecuzione.

Ancora in embriologia, la capacità che un’area o un territorio embrionale ha di dare origine, in un determinato momento dello sviluppo, a un particolare organo. In sedimentologia, capacità che ha una corrente di trasportare detriti rocciosi di una determinata classe dimensionale massima. Può anche indicare quanto compete, quanto spetta. In particolare, al plurale vuol dire compenso per una determinata prestazione, soprattutto professionale; onorario. Nel linguaggio finanziario e commerciale indica le entrate e uscite finanziarie che un ente, durante l’esercizio, ha, rispettivamente, il diritto di esigere e l’obbligo di pagare; gli interessi attivi o passivi maturati su un debito o credito in un determinato periodo di tempo; anche le scritture contabili relative. c. In diritto, competenze d’acqua, per indicare quantità continua di acqua che nei terreni da irrigare (marcite, risaie, prati stabili) occorre per ogni ettaro. Nel passato si usava come competizione.

Da qualsiasi parte lo si consideri, il termine manifesta in modo evidente come raramente la competenza sia parte del mondo di oggi che sembra invece averne bisogno crescente e in contesti sempre più numerosi e complessi. In pratica costituisce il punto di arrivo, l’elemento dirimente, il valore cui tendere. Nel passare dei decenni e nell’epoca presente si fa fatica a trovarne traccia anche in contesti come la politica o l’esercizio di poteri di governo. Quasi che leggi, regolamenti, norme in genere non indichino i comportamenti e le scelte spesso con grande chiarezza. Stupisce allora il pressappochismo imperante, il non ricorrere ad essa quando si deve affrontare un tema delicato, utilizzando invece approssimazione e inventiva anche fuori quadro e fuori contesto. Con il risultato di farla apparire un arnese del passato che può tranquillamente essere sostituito da un app o da un ricorso alle enciclopedie in line!

E salvo poi auspicarla quando le cose vanno male e si devono affrontare questioni o avvenimenti drammatici o tragici. Ma la competenza non è cosa che si apprende, essa deve esse acquisita nel tempo, attraverso lo studio e l’applicazione costante! Esattamente quello al quale si guarda come un peso, un qualcosa da lasciar perdere.

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::autore_::di Roberto Mostarda::/autore_:: ::cck::2782::/cck::

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