Scienza

Il nostro futuro è nelle carote

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Una nuova frontiera nell’edilizia sostenibile promuove l’uso degli ortaggi e specialmente delle carote nella composizione del cemento.

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Il mondo vegetale non finisce mai per sorprenderci, sappiamo da tempi immemori della sua ricchezza sia alimentare che medica ed ancora oggi da esso ricaviamo quasi il 60% delle nostro fabbisogno alimentare ed energetico; un bene da difendere con ogni mezzo se vogliamo continuare a vivere su questo pianeta.

Ora, a questa ricchezza bisogna aggiungerne un’altra: l’uso degli ortaggi e specialmente delle carote nell’edilizia sostenibile. Così, oltre che nel soffritto o nell’insalata saranno utilizzate nella composizione del cemento.

Una vera rivoluzione che potrà cambiare completamente l’idea delle costruzioni finora conosciute.

Un team dei ricercatori della Lancaster University nel Galles, guidato dal prof. Mohamed Saafi, ha individuato nelle carote un elemento di fibre che aggiunto al cemento non solo ne accrescerebbe la resistenza di ben l’80 % con un risparmio considerevole dei costi ed anche una salvaguardia per l’ambiente.

Sottolinea in proposito il prof. Mohamed Saafi:I materiali compositi non sono solo superiori agli attuali prodotti in cemento in termini di proprietà meccaniche e microstrutturali, ma utilizzano anche minori quantità di cemento. Questo riduce significativamente sia il consumo di energia che le emissioni di CO2 associate alla produzione del cemento stesso.

Secondo International Energy Agency, infatti, il cemento sarebbe responsabile del 7% delle emissioni totali di CO2 a livello globale. Ecco perché grazie all’uso delle carote può nascere finalmente un edilizia compatibile con l’ambiente e con le necessità della vita moderna.

Fin qui l’annuncio, ma qual è realmente il ruolo della carota nel cemento?

Come è noto la carota è composta quasi interamente di acqua, pur tuttavia rimane dura e croccante grazie alla cellulosa, un elemento fibroso presente in tutte le piante, legno compreso, ma è certamente più facile estrarlo dalle verdure, già disponibile in grandi quantità come sottoprodotto degli scarti dell’agricoltura.

Basta, infatti, solo una piccola quantità di cellulosa perché cambi completamente l’azione dell’acqua durante il processo di indurimento del cemento.

Christian Kemp-Griffin, della CEO di Cellu Comp, l’impresa scozzese che partecipa allo sviluppo di materiali sostenibili e che ha fornito all’Università le particelle di carota, afferma che:” Non è la fibra fisica in sé a rendere più forte il cemento, ma il modo in cui tiene l’acqua. Il nostro materiale ama tenere l’acqua. C’è una reazione chimica tra le fibre e il cemento”.

Ma si sa che al progresso non c’è mai fine.

I ricercatori guidati da Mohamed Saafi, hanno già un altro progetto per il futuro: procedere ad esperimenti con le barbabietole da zucchero per utilizzarne la polpa rimasta dalla lavorazione dell’ortaggio che altrimenti verrebbe buttata via, per scopi sempre nel mondo della costruzione.

Una rivoluzione che certamente ci porterà nuovi materiali e nuove possibilità costruttive finalmente in accordo con la natura con l’unica accortezza per le case costruite con gli estratti di carote di non avere, ovviamente, conigli in casa o nelle vicinanze.

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::autore_::di Antonello Cannarozzo::/autore_:: ::cck::2918::/cck::

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