::cck::2936::/cck::
::introtext::
Per celebrare il grande architetto brasiliano Oscar Niemeyer, scomparso 6 anni fa, una visita al Centro Niemeyer di Avilés (ES), che condensa i principali elementi della sua poetica, motore di rigenerazione urbana della zona industriale della città.
::/introtext::
::fulltext::
Sei anni fa, pochi giorni prima di compiere 105 anni, si spegneva, a Rio de Janeiro, Oscar Ribeiro de Almeida Niemeyer Soares Filho, meglio conosciuto come Oscar Niemeyer, uno dei più grandi architetti del Novecento. Grazie alla sua incredibile vitalità, la sua opera si è protratta fino al primo decennio del nostro secolo, lasciandoci una grande eredità.
Si tratta di centinaia di opere, sparse in vari paesi del mondo, costruite e progettate lungo un periodo di più di 70 anni di attività, durante il quale il maestro carioca si è imposto nel panorama architettonico mondiale, dando vita a un’architettura inconfondibile, che interpreta in maniera assolutamente personale i principi del Movimento Moderno, superandone la matrice razionalista.
Nonostante il lungo periodo di attività e l’ampia varietà di opere realizzate – tra cui edifici istituzionali, musei, chiese, ospedali, residenze e centri culturali – nella maggior parte dei suoi lavori si ritrovano elementi ricorrenti che nel tempo hanno composto la sua poetica, nel cui vocabolario la linea curva e il cemento armato sono protagonisti indiscussi.
In un susseguirsi incalzante di progetti, cominciando dal piccolo gioiello della Chiesa di São Francisco, (1943), a Belo Horizonte (BR); passando al Complesso architettonico del Parco di Ibirapuera (1951-54) a San Paolo (BR); agli edifici iconici di Brasilia –la Sede del Congresso Nazionale, il Palazzo del Planalto, il Palazzo dell’Alvorada, il Palazzo di Itamaraty, la Cattedrale Metropolitana – costruiti tra gli anni 50 e 60; alle opere realizzate in Europa durante il periodo dell’esilio (1967-1985), tra cui l’edificiosede della Mondadori (1968-1975), a Segrate (IT); al Memoriale dell’America Latina (1987), a San Paolo (BR); al Museo di Arte Contemporanea – MAC (1991-1996) di Niteroi (BR); al Museo Oscar Niemeyer (2001-2002) di Curitiba (BR); al Centro Niemeyer(2006-2011) di Avilés (SP), fino al Memoriale di Luiz Carlos Prestes (1990-2017), a Porto Alegre (BR), costruito dopo la sua morte, si identificano delle linee di continuità figurativa che esplorano al massimo le potenzialità strutturali e plastiche del cemento armato, alla ricerca di forme ideali, dove predomina l’uso della linea curva.
Lo stesso Niemeyer, nella sua autobiografia As Curvas do Tempo (2000), scrive: “Non è l’angolo retto che mi attrae, né la linea retta, dura, inflessibile, creata dall’uomo. Ciò che mi attrae è la curva libera e sensuale. La curva che ritrovo nelle montagne del mio paese, nel corso sinuoso dei suoi fiumi, nelle onde del mare, nel corpo della donna amata. L’Universo è fatto di curve. L’Universo curvo di Einstein” (traduzione nostra).
La ricerca di un’architettura astratta, scultorea, espressa attraverso l’uso di forme minimaliste e di superfici bianche, ma, allo stesso tempo, ispirata dagli elementi naturali, mirata alla creazione di spazi fluidi, in una costante concatenazione tra artificio e natura, si concretizza in modo esemplare in una delle sue ultime opere, il Centro Culturale Internazionale Oscar Niemeyer di Avilés, conosciuto come Centro Niemeyer, nel Principato delle Asturie (SP), progettato nel 2006 e inaugurato nel 2011, un anno prima della sua morte.
Si tratta dell’unica opera spagnola dell’architetto brasiliano, che, insignito del Premio Príncipe de Asturias de las Artes nel 1989, in occasione del XXV Anniversario del Premio citato, nel 2006, donò al Principato il progetto di un Centro Culturale, concepito, come lui stesso disse, come “una piazza aperta intorno al mondo, un luogo per l’educazione, la cultura e la pace”.
Localizzato nella zona industriale di Avilés, affacciato di fronte all’antico nucleo medievale della città, sulla Ria de Avilés, il Centro sorge, infatti, su di una grande piazza pubblica di cemento bianco, di formato quasi semicircolare, dove emergono quattro grandi volumi che ospitano le diverse funzioni previste dal progetto.
La grande cupola semisferica del Museo e il volume più complesso, che ricorda un’onda gigantesca, contenente l’Auditorio, localizzati alle due estremità della piazza, sono collegati da una lunga pensilina curvilinea che attraversa sinuosamente il grande spazio pubblico all’aperto. Quest’ultimo, in occasione di eventi speciali, si trasforma in una enorme platea pubblica, quando il palco interno dell’Auditorio, nascosto dietro la grande porta rossa, si apre verso l’esterno.
Sul fondo della piazza, un edificio curvilineo, basso, destinato prevalentemente a funzioni amministrative, si affaccia sullo spazio pubblico attraverso una lunga vetrata; di fronte, una torre di 13 metri di altezza, con un belvedere circolare vetrato, cui si accede da una rampa elicoidale esterna, adibito a ristorante e spazi espositivi, permette una vista a 360 gradi del Centro Culturale e della città.
Inserito all’interno di un grande piano di riqualificazione ambientale e urbanistica della zona industriale di Avilés, in corso di definizione, sulla scia di esperienze di successo gia’ consolidate, come quella delMuseo Guggenheim di Bilbao, il Centro Niemeyer si configura come il motore per il recupero economico di un’area urbana degradata, con grandi potenzialita’ turistiche.
::/fulltext::
::autore_::M. Elena Castore::/autore_:: ::cck::2936::/cck::