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Venezuela: la resa dei conti

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Dall’inizio delle proteste in Venezuela le Forze Armate sono dalla parte del Presidente Maduro, un fronte granitico che sta cedendo, mentre il Generale Francisco Yanez Rodriguez ha disconosciuto “l’autorità dittatoriale di Maduro”.

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Non si arresta la spirale di proteste e violenze che dall’inizio di gennaio sta scuotendo il Venezuela. Nel paese caraibico i sostenitori del Presidente Nicolas Maduro e quelli del leader dell’Assemblea Nazionale Juan Guaido’, autoproclamatosi a sua volta Presidente, scendono in piazza quotidianamente per manifestare i propri diritti.

Uno scontro senza precedenti destinato a protrarsi nel prossimo futuro, vista l’insanabile spaccatura tra le parti. Per tentare una via d’uscita dalla crisi, da giorni a Montevideo in Uruguay, è riunito il Gruppo Internazionale di Contatto, un organismo promosso dall’Unione Europea, che ha redatto un documento che mira ad una riconciliazione pacifica della contesa. Nella dichiarazione si auspica una risoluzione democratica del contenzioso, lo svolgimento di nuove elezioni presidenziali, l’ingresso nel paese di aiuti umanitari e l’immediata cessazione delle violenze.

Una presa di posizione contestata apertamente dall’ala chavista che sostiene Maduro, che ritiene inopportuno e non equidistante il documento formulato dal GIC, soprattutto per quanto concerne l’auspicio di nuove elezioni e l’invio di aiuti umanitari, considerati una farsa che servirebbe solo a destabilizzare ulteriormente la situazione.

A sostegno di questa tesi si è espresso il Tribunale Supremo del Venezuela, che ritiene l’autoproclamazione a Presidente di Guaido’, un atto di usurpazione che violerebbe in maniera palese la Costituzione. Dal canto suo il leader dell’Assemblea Nazionale ha definito “un crimine di lesa maestà” il blocco operato dall’esercito dei camion carichi di viveri e generi di prima necessità ammassati al confine con la Colombia, che potrebbero alleviare le sofferenze della popolazione. Come era chiaro saranno i militari a decidere l’esito della contesa.

Dall’inizio delle proteste le Forze Armate hanno appoggiato incondizionatamente il Presidente Maduro, un fronte granitico che però di giorno in giorno si sta sgretolando, come dimostra la dichiarazione in favore di Guaido’ formulata dal Generale dell’aviazione Francisco Yanez Rodriguez che ha disconosciuto “l’autorità dittatoriale di Maduro”, affermando che nel paese ci sarebbero due aerei pronti per consentire in ogni momento una fuga all’estero del Presidente e dei suoi fedelissimi.

Una defezione prontamente appoggiata dalla Casa Bianca, disponibile ad aiutare anche militarmente l’opposizione se i Berretti Rossi dovessero intervenire per porre fine alle proteste. All’insegna dell’equidistanza la posizione della Santa Sede che, pur condannando le violenze e comprendendo le difficoltà vissute in questa drammatica stagione dal popolo venezuelano, ha ribadito la propria neutralità riguardo agli affari interni di un paese sovrano.

Non sono mancate le polemiche invece per l’annuncio della parte movimentista del nostro esecutivo che, non allineandosi alla maggioranza dei paesi europei, ha espresso equidistanza tra le parti. Dichiarazioni che hanno mandato su tutte le furie il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenuto sulla crisi venezuelana con un comunicato di insolita durezza, in cui si stigmatizza che “non ci può essere ne incertezza ne esitazione tra la volontà popolare e la richiesta di autentica democrazia da un lato, e la violenza della forza e le sofferenze della popolazione civile dall’altro”.

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::autore_::di Diego Grazioli::/autore_:: ::cck::3014::/cck::

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