Società

La lingua italiana per la rinascita del Paese

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Una notizia inaspettata elaborata arriva da Ethnologue e afferma che la lingua italiana è al quarto posto nel mondo tra quelle più studiate, superando, e questa è una soddisfazione non da poco, quella francese.

Da molti anni, forse troppi, noi italiani abbiamo perso lo spirito di credere in noi stessi. Tutti gli altri Paesi, ma proprio tutti – pensiamo – sono meglio di noi, così ci stiamo abituando in maniera quasi irreversibile alla sconfitta.

Certo i dati economici non ci aiutano a dimostrare sul piano nazionale e internazionale le nostra capacità se poi aggiungiamo la fuga dei giovani all’estero che non credono più nel Paese, la situazione allora si fa seria, innescando una sequela di precarietà sociali sempre più gravi.

In questo contesto ha suscitato un certo scalpore una notizia del tutto inaspettata elaborata dal Ethnologue, la pubblicazione cartacea ed elettronica del SIL International dove si afferma che la lingua italiana è al quarto posto nel mondo tra quelle più studiate, superando, e questa è una soddisfazione non da poco, quella francese. Inoltre, secondo il lancio dell’agenzia Adnkronos è: L’ottava più usata su Facebook e ha un bacino potenziale d’interessati di 250 milioni di persone”.

Tra le lingue più studiate prima di noi ovviamente troviamo la lingua l’inglese, seguita dallo spagnolo, dalla Cina e subito dopo ci siamo noi.

Tutto cambia, però, quando parliamo delle lingue parlate e se al primo posto troviamo l’inglese utilizzata da un miliardo 190 milioni di persone, quasi il 17% della popolazione mondiale, al secondo è il cinese con un miliardo 107 milioni seguita dal hindiurdu la lingua ufficiale indiana con 697,4 milioni di persone, scendendo nella classifica arriviamo a noi italiani che con una popolazione di 67 milioni ci attestiamo al 21° posto.

Dati che non tolgono nulla all’importanza della nostra lingua che, come si nota in molti documenti, è ancora una lingua internazionale per quanto riguarda la musica, primo tra tutti il melodramma, lo studio dell’arte e la cultura in genere.

Se questi sono i dati ufficiali dobbiamo sempre riflettere, come invita il Sole 24 Ore, che compilare una statistica del genere comporta una serie di difficoltà prima fra tutte l’impossibilità di sapere il numero esatto delle persone che parlano una determinata lingua e poi conoscere quale istituzione evidenzia i dati e il momento storico in cui essi vengono raccolti, perché i numeri possono mutare parecchio tra una rilevazione e un’altra.

Nel caso in questione il rilevamento sull’italiano è stato svolto dal Sil international, un’organizzazione non governativa protestante evangelica, riconosciuta a livello internazionale come un ottimo centro studi che ha come obiettivo fondamentale di studiare, sviluppare e documentare le lingue per tradurre la Bibbia e diffondere il più largamente possibile il messaggio evangelico.

A dare maggior certezza dei dati non dimentichiamo che ormai dal 2014- 2015, lo studio dell’italiano ha registrato un boom, passando da 1,7 milioni di studenti nel biennio precedente a più di 2 milioni con un trend ormai consolidato oggi a ben 2.145.093 studenti in 115 Paesi grazie agli Istituti Italiani di Cultura.

Dai dati ufficiali pubblicati dal Ministero degli Esteri apprendiamo inoltre che sono studenti stranieri sempre meno legati alle origini italiane come, ad esempio, cinesi, arabi e russi che studiano per poter ottenere il permesso di soggiorno, ma anche giovani o meno giovani attratti dalla passione per la nostra cultura con 134 scuole italiane all’estero, 81 istituti di cultura, 176 Università e numerosi enti pubblici e privati.

Se questi sono i dati a livello mondiale la situazione non cambia di molto per quanto riguarda i confini europei.

Tredici anni fa, nel 2006, la Commissione Europea realizzò un sondaggio, condotto su un campione di cittadini dei 25 Stati dell’Unione, che confermarono la seconda posizione della lingua italiana quanto a numero di madrelingua comunitari, preceduta dal tedesco (18%), a pari merito con l’inglese (13%), ma ancora davanti al francese (12%), dati riconfermati sei anni dopo nel 2012.

Infine una curiosità: l’italiano è comunemente parlato come seconda lingua a Malta dal 61% della popolazione, in Slovenia dal 15%, in Croazia dal 14%, in Austria dall’11%, in Romania dall’8% e in Francia e Grecia dal 6% della popolazione.

Forse, per una rinascita dovremo ripartire proprio dalle fondamenta della cultura: la nostra lingua.

di Antonello Cannarozzo

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