L’uomo, da che mondo è mondo, per convivere civilmente si è dato delle regole che avrebbero lo scopo di tutelare i diritti dei singoli e della comunità.
Tra queste regole, quelle che regolano gli scambi, commerciali e non, su cui fondano la finanza e l’economia.
Norme di carattere generale volte a incidere in concreto sulla vita dei singoli e degli stati.
Leggi astratte dai risvolti pratici che hanno gradualmente tradito e preso il sopravvento sul loro scopo originario. Hanno dato luogo ad una entità malefica a tre teste (economia, finanza e valuta) che ha una identità sua propria, autonoma e indipendente, protesa verso l’arricchimento fine a se stesso, che si dibatte tra amoralità e immoralità.
Norme ben lontane dagli scopi per i quali erano state pensate; ovvero la convivenza pacifica e il benessere della gente.
La necessità ha creato il debito. L’indebitamento, tanto quello di un singolo quanto quello di uno stato, ha prodotto la dipendenza e l’assoggettamento dell’uno e dell’altro alle regole dell’economia, della finanza e della valuta. Queste rispondono a regole proprie che prevalgono su quelle dei singoli e condizionano la vita delle persone, dei popoli e delle nazioni. Ai pur diversi livelli gli stati e i singoli, non sono più liberi e non hanno la forza per reagire.
L’economia li prevale e li sopraffà.
Tutti ne siamo vittime.
Nel piccolo o nel grande nessuno ne può prescindere e nessuno ne è libero.
Ma il fatto che non se possa prescindere non vuol dire che esse non possano, non debbano, essere modificate e riportate alla loro funzione originaria; facilitare la convivenza pacifica e il benessere della gente.
Ne dibattono filosofi, maitre à penser, religiosi, politici ed economisti.
Tutti concordano sul fatto che non vi può essere etica nella vita se non vi è etica nell’economia e nella politica.
Si predica bene, si razzola male.
Nel marzo 2020 l’argomento sarà affrontato ad Assisi in un symposium organizzato dalla Chiesa Cattolica dal nome “The Economy of Francesco”.
In questi giorni, dal 21 al 25 ottobre, il tema viene anticipato a L’Aquila. Il 22 ottobre il prof. Luigino Bruni, docente di Economia politica e Storia del pensiero economico all’Università LUMSA di Roma, terrà presso l’Aula Magna del Polo universitario di Economia la conferenza dal titolo “Un’economia…altra, per il bene di tutti”. “… L’Economia Civile è un pensiero economico che si misura con le persone, le relazioni, i luoghi. Che supera la supremazia del profitto. Che pensa ad un mercato generativo e a relazioni umane che lo trascendono, fatte di reciprocità e gratuità. L’Economia Civile è un modo nuovo di guardare all’uomo, al lavoro, all’ambiente, vede nel mercato un luogo di relazione, prima che un campo di scambi astratti. E’ un’idea di cooperazione che ha come orizzonte la felicità pubblica, partendo dai luoghi concreti del vivere piuttosto che dalle teorie o dalle loro astrazioni.(https://www.scuoladieconomiacivile.it) …”.
L’incontro si aprirà con il saluto del prof. Walter Giulietti, Presidente dei Corsi di Economia, e l’introduzione del prof. Pasquale Lelio Iapadre, docente di Macroeconomia.