Editoriale

9 novembre 1989 – 9 novembre 2019 A trent’anni dalla caduta del muro.

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Contro ogni divisione tra i popoli facciamo del 9 novembre la Giornata mondiale della libertà. Contro ogni forma di oscurantismo.

Il “Muro” che era stato eretto nel 1961 dalla Repubblica (c.d.) Democratica Tedesca, la terribile DDR filo-sovietica, che pretestuosamente lo aveva chiamato “Antifaschischer Schultzwall”, “Barriera di protezione antifascista”.
Esso ha dolorosamente rappresentato per 28 anni la divisione tra oriente e occidente, non solo come divisione fisica tra Berlino est e Berlino ovest – in quanto linea di confine tra la zona controllata da America, Inghilterra e Francia e quella comandata dalla Russia – ma anche tra il pensiero libero e quello assolutista.
Il Berliner Mauer, la “cortina di ferro” immagine della “guerra fredda”, era in realtà una fortificazione militare che constava di due muri di cemento armato paralleli, separati dalla “striscia” detta “della morte” a causa delle tante vittime uccise dagli uomini della DDR mentre tentavano di fuggire da quel regime.
È stato simbolicamente demolito il 9 novembre 1989, dopo coraggiose giornate di protesta e di sollevazione popolare – che l’allora vertice dell’URSS non consentì alla DDR di reprimere con la forza, come questa era solita fare -; una decisione che portò alla definitiva apertura delle frontiere della Germania orientale.
Invero un primo spiraglio v’era stato nell’agosto dello stesso anno con l’apertura delle frontiere verso l’Ungheria prima e l’Austria poi.
Ma il 9 novembre 1989 il governo tedesco orientale capitolò del tutto e fu costretto a riaprire le frontiere che avevano sino ad allora diviso la DDR dal resto del mondo.
La “caduta del muro” estirpò, non solo dal cuore dell’Europa dov’era stato posto quale esempio del comunismo perfetto, ma un po’ ovunque, l’utopia marxista.
Seguì una vera e propria rivoluzione culturale, i cui riflessi si sono ripercossi, non sempre positivamente, sulla geopolitica e sulla economia, sia globale, che delle singole nazioni del mondo.
L’effetto non si è ancora esaurito. Anzi è in evoluzione.
Di quella caduta in questi giorni ricorre il trentennale e molti lo hanno ricordato. Pochi hanno parlato degli autori.
Il nostro pensiero va certamente alla popolazione che coraggiosamente scese in piazza e si batté. Ma va anche a chi impedì che la rivolta finisse in un bagno di sangue e obbligò la DDR a cedere e ad aprire le frontiere. A tanto contribuì in maniera determinante Mikhail Gorbachev, che dopo avere a lungo tessuto rapporti con le principali potenze interessate, ebbe il coraggio di mettersi contro i suoi per dare una svolta determinante al comunismo, introducendo anche in Russia, una nuova idea di socialismo. Ne ha pagato e ne sta pagando ancora le conseguenze.
La Germania nel 2014, ricorrendo il venticinquennale della caduta del muro, glielo riconobbe attribuendogli i massimi onori sotto l’egida del New Policy Forum (NPF), l’associazione che riuniva le massime autorità internazionali e coloro che all’epoca, nel 1989, erano stati ambasciatori a
Mosca; personaggi dei vari paesi che Gorbachev aveva riservatamente e separatamente preparato a tanto.
Partecipai a quell’evento come Presidente della Fondazione Italiani ed è in quel contesto che, su proposta di Mikhail Gorbachev, nacque l’accordo in base al quale il NPF è oggi domiciliato presso la Fondazione Italiani; e con cui abbiamo organizzato gli ultimi convegni internazionali in tema di
cambiamento climatico a Roma, e quello sulla sicurezza a Praga.
Sempre in nome della libertà e della pace.
Principi invocati nei trattati (dalla Magna Charta Libertatum del 1215 (art. 39), all’Habeas Corpus Act del 1679, alle varie costituzioni nazionali, quali il IV e il V Emendamento Cost. U.S.A. del 1787; artt. 7 ss. Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino francese 1789; art. 4 Cost. Francia 1814; art. 4 Cost. Francia 1830; art. 7 ss. Cost. Belgio 1831; art. 2 Cost. Francia 1848; art.
138 Cost. Francoforte 1849; art. 114 Cost. Germania 1919; art. 2 Legge fondamentale Germania 1949; artt. 15 e 17 Cost. Spagna 1978; artt. 10 e 31 Cost. Svizzera 1999). Carte che rappresentano la vera evoluzione della specie umana. Spesso tradite nei fatti.
Oggi, nel ricordo del 9 novembre 1989 sarebbe giusto ricordare il sacrificio di chi vi contribuì.
Il Parlamento italiano ha eletto il 9 novembre a “Giornata della libertà”, contro l’oppressione e il totalitarismo, a mente del 9 novembre 1989 quando miracolosamente la libertà prevalse sull’oscurantismo, demolendo il Muro di Berlino.
Sarebbe auspicabile che a futura memoria tutti i paesi indicessero tale data come “Giornata mondiale della libertà”.

di Angelo Schiano

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