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Onu: la tratta degli esseri umani

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Dal rapporto dell’ONUDC si evince che i trafficanti possono contare sulla complicità di governi corrotti soprattutto nelle aree più povere del pianeta, e su intere regioni dove non esiste una vera e propria autorità statuale. 

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Ha destato scalpore l’ultimo rapporto dell’ONUDC, l’organismo delle Nazioni Unite che si occupa di crimine e lotta alla droga. Il documento, pubblicato lunedì scorso, ha enfatizzato l’aumento del traffico di esseri umani gestito da organizzazioni criminali che approfittano dell’esodo di milioni di persone, in fuga da guerre e condizioni economiche insostenibili.

I trafficanti possono contare sulla complicità di governi corrotti soprattutto nelle aree più povere del pianeta, e su intere regioni dove non esiste una vera e propria autorità statuale. Il rapporto dell’ONUDC dedica un focus particolarmente accurato alla situazione in Africa e nel Medio-Oriente, dove i conflitti armati hanno toccato il loro apice da trent’anni a questa parte: dalla guerra civile siriana alla difficile transizione irachena, passando dall’anarchia che regna in Libia per arrivare alla corruzione sistematica che contraddistingue la Nigeria. In questa tragedia umanitaria sono le donne a pagare il prezzo più alto.

Secondo l’ufficio delle Nazioni Unite, quasi il 60% delle donne costrette all’esodo subiscono violenze sessuali, come testimonia la storia di Nadia Murad, la ragazza yazida fuggita dalle catene dello Stato Islamico dopo anni di prigionia e violenze indescrivibili, a cui è stato assegnato il Premio Nobel per la Pace 2018. Nadia Murad è diventata il simbolo delle migliaia di donne yazide, spesso solo bambine, diventate schiave sessuali alla mercé delle milizie islamiste, il cui destino è spesso sottovalutato dai media internazionali e dai leader mondiali, a cominciare dal Presidente Donald Trump, responsabile della decisione di ritirare le truppe speciali statunitensi dal teatro dei combattimenti nel nord della Siria, privando le unità curde, le uniche che hanno fatto argine ai crimini commessi dallo Stato Islamico, di un appoggio fondamentale. Senza andare a migliaia di chilometri di distanza, anche in Italia la situazione del traffico degli esseri umani è particolarmente grave.

Lo testimonia l’indagine ancora in corso condotta dall’FBI insieme alla nostra Polizia di Stato, sulle attività criminali perpetrate dalla Mafia Nigeriana nella zona di Castel Volturno e del litorale domizio. Secondo gli inquirenti i clan mafiosi nigeriani obbligano migliaia di donne provenienti dall’Africa a prostituirsi, dopo averle private del passaporto e minacciato le loro famiglie in patria. Uno sfruttamento a cui è impossibile sottrarsi, visto che le poche “ribelli” sono state torturate ed uccise, non prima però di aver asportato loro alcuni organi vitali. Le intercettazioni parlano addirittura di un tariffario, secondo il quale il costo di un rene si aggirerebbe intorno a 5mila euro.

Un crimine così aberrante da rivoltare le coscienze e che dovrebbe indurre le nostre autorità a sradicare una volta per tutte le organizzazioni criminali che operano in maniera così efferata sul nostro territorio.

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::autore_::di Diego Grazioli::/autore_:: ::cck::2970::/cck::

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